domenica 23 marzo 2008

Tibet e Chiesa - (in)coerenza

I FATTI:

finalmente è stato fatto il tanto richiesto intervento papale sulla crisi tibetana. Parole leggere quelle di Benedetto XVI che ha le mani legate, visti i difficili rapporti diplomatici tra la Chiesa cattolica e il comunismo capitalista cinese. Un generico e qualunquista invito a rinunciare all’uso della violenza bipartisan, senza entrare nello specifico della condanna delle nefandezze perpetrate dal regime di Pechino.

20 marzo 2008

Roma (AsiaNews) – “Il Vaticano si presenta a noi con una doppia faccia”: mentre cerca rapporti diplomatici con Pechino, vuole in realtà tornare al “controllo del potere e della gestione della Chiesa cattolica in Cina”.

E ancora: “Il Vaticano odia il socialismo”, ma per esso, aprire le porte della Cina “è fra le missioni più importanti nella ‘strategia del nuovo millennio’ per la Chiesa cattolica”, un modo per acquisire potere politico e ritornare ad essere “Centro del mondo”. Ormai “Cuba è amministrata da loro [dal Vaticano]. Il Vietnam è amministrato da loro. Tra i Paesi socialisti, è rimasta solo la Cina a non considerarli”.

Sono alcune delle pesanti affermazioni di Ye Xiaowen, direttore dell’Amministrazione statale per gli affari religiosi, un ministro del governo cinese.

Esse fanno parte di una lunga intervista concessa da Ye al settimanale Nan Fang il 13 marzo scorso. Le pesanti accuse al Vaticano e a Benedetto XVI sono ancora più significative se si pensa che tale intervista è stata pubblicata mentre nella Città del Vaticano una delegazione cinese incontrava membri della Segreteria di stato per studiare – secondo indiscrezioni di parte vaticana – i possibili passi per riallacciare le relazioni diplomatiche interrotte da Pechino nel 1951, con l’espulsione del nunzio di allora.

La domanda che molti si fanno è questa: come mai, mentre una delegazione va in Vaticano a parlare di futuri rapporti diplomatici, in Patria un membro dello stesso governo continua a riaffermare posizioni trite e di chiusura? Alcuni osservatori pensano che nella leadership cinese vi sia una spaccatura, fra chi vuole maggiori aperture e libertà e chi rimane legato a schemi maoisti e stalinisti. Altri pensano che, secondo la tradizione cinese, Pechino stia solo facendo il doppio gioco. In questo caso, gli ammiccamenti della delegazione cinese e il desiderio di Pechino di intessere rapporti diplomatici sarebbero solo un modo di “tenere tranquillo” il Vaticano mentre la Cina viene messa sotto i riflettori delle Olimpiadi. Un esperto cinese ha perfino detto a AsiaNews: “State tranquilli, dopo le Olimpiadi, tutto ritornerà come prima”.

Nella sua lunga intervista Ye parla di “un conflitto fra Cina e Vaticano” che dura da più di mezzo secolo. Secondo lui la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi è da apprezzare perché limita le facoltà dei vescovi sotterranei, ma per il resto “è un passo indietro” perché costringe “i cattolici cinesi a restare uniti al papa in modo totale, costringendoli ancora una volta a scegliere fra il partito e la Chiesa”. E citando un esperto cinese di questioni religiose [Liu Bainian, vice-presidente dell’Associazione patriottica? - ndr], afferma che “la pubblicazione della Lettera pastorale dimostra che il papa prosegue sulla strada di opporsi a Pechino”.

La “pericolosità” della Lettera di Benedetto XVI sta nel fatto che essa “nega pubblicamente [il valore de] l’Associazione Patriottica; nega la Conferenza Episcopale[il Consiglio dei vescovi cinesi, ritenuto incompleto dalla Santa Sede, perché mancano i vescovi non ufficiali e l’approvazione di Roma]; nega il principio dell’indipendenza, autonomia ed auto-gestione [della Chiesa]”, soprattutto nelle nomine dei vescovi.

Nella sua Lettera pubblicata il giugno scorso, Benedetto XVI ha domandato alle autorità cinesi la libertà religiosa in particolare nelle nomine dei vescovi, perché esso “tocca il cuore stesso della Chiesa”, spiegando che tale responsabilità non è quella di “un’autorità politica che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità”.

Per Ye Xiaowen “continuare a mantenere il principio dell’indipendenza, autonomia ed auto-gestione è l’interesse supremo della nazione cinese”.

L’intervista si diffonde anche su altri temi “politici”, fra cui il problema di Taiwan. “Il Vaticano – afferma Ye - riconosce il potere illegittimo di Taiwan e non riconosce la Repubblica Popolare Cinese come unico legittimo governo”. Da qui egli conclude che chiunque ha “contatto con il Vaticano in segreto… manca del senso patriottico che un cittadino cinese deve avere”.

Un altro tema caldo è la canonizzazione dei martiri cinesi nel 2000, in cui il Vaticano “a dispetto delle nostre obiezioni, ha fatto una ‘canonizzazione’ nel giorno della nostra festa nazionale proclamando tutti quei missionari giustiziati dai contadini come santi. Tra questi ‘santi’, alcuni sono libertini senza vergogna, alcuni si sono macchiati di crimini orrendi”.

Sull’opera dei missionari nel ‘900 vi sono vari storici cinesi che hanno approfondito l’argomento, mostrando il valore della presenza dei missionari e correggendo le accuse del tempo maoista, che Ye fa proprie. Purtroppo il governo ha messo un veto sulla pubblicazione di questi studi. (BC)Ieri finalmente il tanto richiesto intervento papale sulla crisi tibetana. Parole leggere quelle di Benedetto XVI che ha le mani legate, visti i difficili rapporti diplomatici tra la Chiesa cattolica e il comunismo capitalista cinese. Un generico e qualunquista invito a rinunciare all’uso della violenza bipartisan, senza entrare nello specifico della condanna delle nefandezze perpetrate dal regime di Pechino.

Oggi la secca e piccata risposta al Pontefice del portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang: “la cosiddetta tolleranza non può esistere per i criminali che devono essere puniti secondo la legge”. Una doppia brutta figura per il debole Ratzinger, dimostratosi incapace di uscire dalla logica dei rapporti diplomatici tra poteri temporali, lui che dovrebbe essere il rappresentante del “bene assoluto e ultraterreno”.


ARTICOLO DI GIACOMO ORSUCCI:

Il Papa ha rotto "finalmente" il silenzio sulla problematica del Tibet, in maniera estremamente prudente e senza prendere però una netta posizione, invitando entrambe le parti in causa alla tolleranza ed a porre fine alle ostilità. Questo "accorato e sentito" appello, nel quale si invoca Dio onnipotente affinché "illumini le menti di tutti e dia a ciascuno il coraggio di scegliere la via del dialogo e della tolleranza", arriva dopo un richiamo contro le divisioni e le violenze, che non hanno mai l'ultima parola negli eventi della storia e con cui non si risolve nulla, invitando tutti a ripartire da Cristo per costruire un mondo fondato su pace, giustizia e amore.
Certo, la cosa suona strana e buffa, se non al limite del ridicolo, detto da un'istituzione che nel corso dei millenni ha fatto dell'intolleranza verso le altre confessioni un costante marchio, che fa della lotta alla libertà individuale ed al rispetto delle altrui opinioni un vergognoso segno distintivo attuale, che imperversa con parole di offesa e persecuzione nei confronti di coloro che non rispecchiano dogmi inventati e imposizioni autocratiche; l'istituzione insomma che fa di questo paese una nazione arretrata nel campo dei diritti civili e sociali, nella ricerca medico-scientifica, che influenza costantemente ed incostituzionalmente il Parlamento invitandolo a seguire i valori cristiani da loro spacciati come tali, in cui, per esempio, la tutela di una famiglia deve prevalere su quella di tutte le altre, ci pare proprio un ottimo esempio di pace e di amore.
E ancor più evidente è la contraddizione di un'istituzione votata ai propri interessi nell'occasione della via crucis, precisamente nella correzione, o censura, del testo firmato dal cardinale Zen Ze-Kiun, arcivescovo di Honk Hong, che sarà letto durante il rito questa sera al Colosseo. Correzione volta a eliminare qualunque tipo di critica diretta alla Cina, incluse le persecuzioni cinesi nei confronti dei monaci tibetani e perfino riguardo al martirio della parte di popolo cinese che si professa cristiana e come tale viene perseguitata.

Noi, Radicali di Sinistra, rimaniamo allibiti e sconcertati per come un'istituzione che dovrebbe condannare senza se e senza ma qualunque forma di violenza e di repressione, che dovrebbe sempre esporsi in favore della pace e della fratellanza di cui si fa tanto portatrice a parole ma non nei fatti, che dovrebbe pensare prima tutto all'essere umano che soffre, visto che pensa tanto alla vita fin dal suo concepimento, piuttosto che evitare prudentemente di urtare la suscettibilità di Pechino per non compromettere i rapporti "nascosti" in corso tra le due nazioni.
Noi Radicali di Sinistra ci battiamo per la libertà di professare la propria fede, senza ovviamente ledere le libertà altrui, come lottiamo per la pace e, quindi, contro qualunque tipo di uso della violenza a scopo repressivo, come sta facendo la Cina. Appoggiamo pertanto qualunque intervento volto alla risoluzione nel concreto di queste controversie e auspichiamo che prima o poi, in Vaticano, acquisiscano un valore tanto importante quanto raro: la coerenza con gli ideali e i principi Cristiani, valori che ancora non hanno mai manifestato con fatti reali.

Giacomo Orsucci
Comitato Politico dei Radicali di Sinistra
Responsabile Laicità e Altreconomia



CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Olimpiadi PAchino 2008 (olimpiadi Rosse, rosso sangue)

Scomode le Olimpiadi PAchino 2008, sia per il governo cinese che per il vaticano, si verificano oggi una serie di condizioni che portano due colossi della menzogna al confronto:
La Cina, posta sotto la luce della fiamma olimpica, non può arginare del tutto il flusso di informazioni che arrivano in merito alla questione Tibet, e la Chiesa non può ignorarle, ma al contempo non può apertamente criticare il governo cinese per quello che fa, o verrebbero interrotte tutte le trattative diplomatiche del vaticano con la Cina

Quindi che fare, quanti dubbi, cosa preferirà il Santo Padre, la Politica, o la missione come PAPA e guida spirituale dei cattolici di tutto il mondo?

ad oggi la chiesa ha solo dimostrato di non voler prendere una posizione CRISTIANA, una posizione DURA e CHIARA nei confronti delle brutalità del governo cinese.

la chiesa, ancora una volta, Sceglie di fare politica invece di seguire le parole di Cristo.


Le Olimpiadi di Pechino sembrano per ora Olimpiadi Pachino, Rosso sangue.
Vi segnalo un sito che seguirà le olimpiadi PAchino dal giusto punto di vista (almenos econdo me).
Prima di accendere la televisone, Prima di comprare un giornale per vedere i risultati delle gare, prima di gioire per qualche medaglia informiamoci su quello che succede in cina, cerchiamo di essere consumatori INFORMATI.

Mangereste mai carne che è costata la vita di qualche persona?
Non vi informate forse se i brillanti che comprate per la vostra ragazza provengono da paesi che non usano i proventi per genocidi e guerre civili?
Non vi siete indignati quando la nike faceva fare i palloni ai bambini?

cerchiamo di non dare soldi a chi lucra sulla sofferenza della gente, le olimpiadi di Pachino 2008 si tengono un ino stato che non rispetta i diritti umani, in uno stato criminale. le Olimpiadi pachino 2008 sono un crimine.

io le seguirò attraverso questo blog, che darà anche informazioni sulla situazione in tibet.

www.olimpiadi-pechino.org

giovedì 20 marzo 2008

i voti dei cattolici italiani

A chi andranno i voti dei cattolici italiani? In queste elezioni politiche, dai toni alquanto pacati, la vera battaglia da parte dei due schieramenti non si svolge sul campo dei programmi elettorali (perlopiù identici) ma su quello nascosto delle indicazioni di voto da parte della Chiesa. Lo dicono i maggiori analisti di ogni Paese che le “elezioni si perdono o si vincono al centro” e in Italia il centro è uno spazio molto appetibile.

In attesa di assistere ai combattimenti, la Chiesa già prende posizione, sebbene Ruini sostenga che la Santa Sede non faccia alcuna “scelta di schieramento politico o di partito' ma si limita a riproporre agli elettori e ai futuri parlamentari “contenuti irrinunciabili”. E il confine, tra chi spiega cosa sia irrinunciabile e chi scelga liberamente l'irrinunciabilità, è invisibile e difficilmente individuabile.

La Chiesa, con toni tanto sommessi quanto pungenti, non la smette di dare direttive, le impone su ogni cosa; conscia della sua forza di padre spirituale dirotta il libero arbitrio dei propri fedeli, incanalandoli verso vie che potrebbero non essere le loro. Per cui decide: se, come e quando concepirai; se come e quando andrai all'inferno; se come e quando ti sposerai.

Casini, può contare sull'appoggio del Cardinale Ruini che sicuramente da Radio Maria riuscirà a tenere i migliori comizi elettorali, tanto da sbalordire i più accreditati comunicatori del mondo. Non dimentichiamo che la Chiesa fa comunicazione da secoli. Veltroni vive un po' in bilico, sempre pronto a non scontentare nessuno. Da un lato candida Andrea Sarubbi, conduttore di “A sua immagine” e dall'altro lato fa scendere in piazza Umberto Veronesi - un peso due misure -. Berlusconi invece, dopo l'uscita del leader dell'Udc dalle sue grazie, sguinzaglia Giovanardi e la portavoce del Family-day Eugenia Roccella, perché - si legge in una nota del Pdl - ha il senso di sottolineare la centralità nel programma del Pdl della difesa della famiglia e dei temi di biopolitica. Non dimentichiamo che sebbene il Cavaliere e Fini dichiarino di sentirsi a loro agio nel Partito Popolare Europeo, l'entrata dell'ex di Alleanza Nazionale nel Pdl è un po' difficile da digerire, e poi non scordiamoci di Bossi e della sua Lega Padana. Conosciuta ai più per i suoi atteggiamenti “xenofobi e forcaioli” piuttosto che per la loro richiesta di indipendenza di un territorio italiano.

Ritornando al “potere temporale” di Benedetto XVI, la Chiesa cattolica non intende affatto disinteressarsi della politica italiana ragion per cui il numero due della Santa Sede, il Cardinal Bertone, dall'Azerbaigian dov'era in visita, si affretta a dire che al suo ritorno in Italia si “tufferà” nei problemi italiani e “vedrà” se i cattolici stanno emergendo al centro a sinistra o a destra, e se i valori cristiani sono supportati da un vero impegno.

Fitta è la trama della politica italiana, più che mai influenzata dal potere di un piccolo Stato che manipola, con doti empatiche straordinarie, il libero arbitrio degli uomini. Il potere di scelta sembra scomparso. Le elezioni, i programmi presentati, sono un pretesto per mettere alla prova l'elettore-cattolico italiano, diviso tra ciò che gli sembra giusto e ciò che gli dicono giusto. Il 13 e 14 Aprile si scoprirà se gli uccelli sono in grado di volare da soli.


di anna ferrigno
Fonte www.ccsnews.it

lunedì 17 marzo 2008

RAI, di tutto, di più

Dopo la bufera politica sulla messa in onda del documentario della Bbc "Sex crimes & Vatican" sui preti pedofili, prevista per il 31 maggio, a pochi giorni dal primo turno delle amministrative, la Voce ha scoperto i retroscena della trasmissione Anno Zero di Michele Santoro. L'ex eurodeputato trattò, in un incontro con monsignor Rino Fischella, vescovo vicario di Roma (il "vice" del Papa) il "taglio" da dare alla tarsmissione: si sarebbe parlato solo di "casi indivuduali", per evitare il coinvogimento diretto del Vaticano, ed evitare così alla Santa Sede le accuse di protezione dei preti accusati di reati sessuali. La prova è nella trasmissione stessa, nella quale il conduttore, sin dalle battute iniziali, specifica continuamente che si tratta di "casi individuali".

Stando a quanto appreso dalla Voce, inoltre, la Rai aveva deciso di invitare l'avvocato americano Daniel J. Shea, che si occupa dei processi nei confronti di preti accusati di pedofilifia negli Stati Uniti, lo stesso che è riuscito a coinvolgere Ratzinger in un processo davanti alla Corte distrettuale del Texas per aver emanato, quand'era prefetto per la Congregazione della fede, la circolare di Papa Giovanni II sul "Crimen sollicitationis "che dettava ai vescovi le direttive per proteggere i membri del clero cattolico accusati di reati sessuali, e invitava ad evitare di rilasciare dichiarazioni alla stampa e di non collaborare con l'autorità giudiziaria. L'avvocato Shea si si era già recato all'aeroporto di Houston, dove avrebbe dovuto trovare un biglietto aereo prepagato dalla Rai, che invece non c'era. La tv di Stato non si era nemmeno premurata di avvertirlo che la sua partecipazione era stata disdetta, ufficialmente a causa dei costi troppo elevati del biglietto. Maurizio Turco, deputato della Rosa nel pugno, aveva comune manifestato la sua intenzione di pagare personalmente il biglietto a Shea, che doveva venire in Italia per partecipare ad un dibattito sui preti pedofili organizzato dallo stesso esponente radicale.

Di fronte a questa proposta è emersa la verità: l'accordo segreto tra Santoro e Fisichella, ovvero tra la Rai e il Vaticano.Contro Santoro e la Rai ha intenzione di sporgere denuncia Adel Smith, il musulmano che si batte da anni per far togliere i crocefissi dalle scuole. Il vulcanico Smith ha annunciato alla Voce l'ntenzione di querelare il conduttore e la Rai per le "gravissime" dichiarazioni di don Fortunato Noto, uno degli ospiti della trasmissione, che ha sostenuto che anche i musulmani violentano e uccidono bambine, senza che qualcuno intervenisse in diretta a rettificare la sua affermazione. Anche il giudice Luigi Tosti, che si sta battendo per togliere i simboli religiosi dai luoghi pubblici, era stato contattato dalla redazione di Anno Zero, e per l'occasione aveva preparato un documento nel quale spiegava che, nei casi di pedofilia commessi da religiosi, sarebbe ipotizzabile il reato di "associazione a delinquere di stampo mafioso". La Voce è riuscita ad avere copia di questo documento, e lo pubblicherà prossimamente. Naturalmente, Tosti non è stato invitato, preferendo un taglio "basso" della trasmissione con monsignor Fisichella, Marco Travaglio, il giornalista della Bbc Colm O'Gorman, lo scienziato Piergiorgio Odifreddi a sostenere il ruolo del "laico", un giornalista dell'Avvenire e don Fortunato Di Noto. Attori chiamati a recitare un copione scritto a quattro mani da Santoro e Fisichella, e messo in scena dalla televisione pubblica, per buona pace degli spettatori, che credono che Santoro sia un "duro e puro".

Fonte:
http://www.voceditalia.it/index.asp?T=rm&R=cro&ART=11026

CONSIDERAZIONI PERSONALI:
considerando che la chiesa non paga il canone :D il fatto che si debba pattuire con loro i temi trattati nei programmi mi pare un po' un ritorno all'indice dei libri proibiti, non vi pare? bisogna avere l'approvazione della chiesa per fare un programma di attualità? che schifo, che pena, laRAI capite? la RAI, la televisione di noi italiani, posta sotto il controllo censore del vaticano.

Mi fate talmente schifo che non accenderò mai più un programma rai, nemmeno pagato.
mi metterò a guardare la BBC via satellite, o la CNBC, o qualche televisione meno venduta, scontata, e penosa.

E' la prima volte che perdo la pazienza in uno dei miei post.
Non vogliatemene.

Domenica delle Palme, Papa in antichi paramenti

CITTA' DEL VATICANO, 16 MAR

























Per la messa delle palme a San Pietro il Papa ha scelto, come gia' altre volte, ornamenti ormai non piu' in uso.Stavolta la scelta e' caduta su una riproduzione dei paramenti sacri di Leone X Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico divenuto Papa nel 1513. Ratzinger, nella processione, ha utilizzato anche un pastorale diverso da quello di Paolo VI e di Giovanni Paolo II. L'abito, copiato da un originale custodito a Firenze, e' in damasco di seta rosso e fili d'oro.



CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Ma non era lui che diceva che la chiesa doveva essere piu' sobria, meno vanitosa o qualcosa di simile? Probabilmente vale solo dal vescovo in giu'!

Statua di Galileo in Vaticano (Forse)

CITTA' DEL VATICANO

Dalla condanna agli onori. Per Galileo Galilei, il grande scienziato pisano, che nel 1633 fu costretto dal Sant'Uffizio ad abiurare le sue teorie eliocentriche perché contrarie alla dottrina cattolica, la Santa Sede erigerà, il prossimo anno, una statua nel bel mezzo dei giardini vaticani. Sarà il simbolo di quella riabilitazione ufficiale che Giovanni Paolo II gli conferì con uno storico discorso pronunciato davanti ai membri dell'Accademia pontifica delle scienze nel 1992.

Arriva la conferma che un monumento in marmo e a grandezza naturale raffigurante lo scienziato, condannato dall'Inquisizione per le sue teorie eliocentriche, verrà posta nei pressi della Casina di Pio IV, sulla collina che sovrasta la cupola di San Pietro non lontano dall'appartamento nel quale tra il 1632 e il 1633 proprio Galileo fu ospitato per il celebre processo che lo condannò a ritrattare le sue tesi.

Voluta dai membri della pontificia Accademia delle Scienze per rendere omaggio a uno dei suoi componenti più prestigiosi - Galileo faceva parte, infatti, della "Accademia dei Lincei", antesignana dell'attuale organismo scientifico della Santa Sede - l'iniziativa, che ha per protagonista uno dei personaggi simbolo del difficile rapporto tra scienza e fede, per una volta difficilmente scatenerà polemiche.

Di recente, la memoria della vicenda galileiana è stata la miccia che ha innescato "l'incidente" della Sapienza, una delle pagine più nere nei rapporti tra il Vaticano e la comunità scientifica nazionale. Il 17 gennaio scorso Benedetto XVI decideva di "soprassedere", come con ricercata scelta lessicale affermava il comunicato della sala stampa, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università romana. "Responsabili" della mancata visita alcuni professori dell'ateneo che, affermando in una lettera al rettore Guarini che "la posizione del papa su Galileo ci umilia e ci offende", chiedevano un ripensamento circa l'opportunità di invitare Benedetto XVI. I docenti romani non avevano digerito un discorso del 1990 in cui l'allora cardinale Ratzinger citava un passo di Feyerband che sosteneva che "il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto". In realtà, da papa, Benedetto XVI non ha mancato di elogiare lo scienziato pisano. Lo chiamò il "grande Galileo" il 6 aprile 2006 in un discorso rivolto ai giovani in piazza San Pietro.

Ora il Vaticano con il progetto della statua mostra tutta la sua volontà di riconciliazione con la comunità scientifica. "Sarà una riprova che la Chiesa non ha nulla contro la scienza", si commenta con una battuta in ambienti della Curia.

Più prosaicamente qualche problema e qualche polemica potrebbe sorgere dal fatto che, nonostante gli annunci, l'inizio dei lavori di costruzione facilmente slitterà. Per l'iniziativa, infatti,
"mancano i soldi ".


CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Mancano i soldi? ma dai!!! si potrebbe cominciare a risparmiare sui vestitini in filo d'oro del papa magari, o sulle sue scarpe prada da 3000 euro?

commenti?

domenica 16 marzo 2008

Le tariffe di Papa Leone X

Le tariffe di papa Leone X - Il più alto esempio di coerenza della chiesa cattolica.

Questa volta i Numeri - anzi più precisamente i PREZZI - li dà, per la verità, un Sommo Sacerdote, uno dei tanti Santi Padri, (alias Sommi Pontefici, alias Vicarî di Cristo, e così via divinizzando), passato alla storia come Leone X, ma che di nome faceva Giovanni de’ Medici, oriundo fiorentino, vissuto dal 1575 al 1521, e sul trono romano dal 1513.

La Taxa Camarae di papa Leone X, uno dei punti più alti della corruzione umana

La Taxa Camarae è un elenco tariffario divulgato nel 1517 da papa Leone X (1513-1521) allo scopo di vendere indulgenze, cioè perdonare le colpe a tutti coloro in grado di pagare le alte somme richieste dal pontefice. Come si vedrà nella trascrizione che segue, non ci sarà alcun delitto, nemmeno il più orrendo, che non possa ricevere il perdono in cambio di denaro. Leone X dichiarò aperto il cielo a chierici o laici, non importa se avessero violentato bambini e adulti, assassinato uno o più, truffato creditori, abortito… pur che avessero l’accortezza d’essere generosi con l’arca papale. Vediamo i suoi trentacinque articoli:

  1. Un ecclesiastico che incorresse in peccato carnale, sia con suore, sia con cugine, nipoti o figliocce, sia, infine, con un’altra qualsiasi donna, sarà assolto, mediante il pagamento di 67 libbre, 12 soldi.
  2. Se l’ecclesiastico, oltre al peccato di fornicazione chiedesse d’essere assolto dal peccato contro natura o di bestialità, dovrà pagare 219 libbre, 15 soldi. Ma se avesse commesso peccato contro natura con bambini o bestie e non con una donna, pagherà solamente 131 libbre, 15 soldi.
  3. Il sacerdote che deflorasse una vergine, pagherà 2 libbre, 8 soldi.
  4. La religiosa che ambisse la dignità di abbadessa dopo essersi data a uno o più uomini simultaneamente o successivamente, all’interno o fuori del convento, pagherà 131 libbre, 15 soldi.
  5. I sacerdoti che volessero vivere in concubinato con i loro parenti, pagheranno 76 libbre, 1 soldo.
  6. Per ogni peccato di lussuria commesso da un laico, l’assoluzione costerà 27 libbre, 1 soldo; per gli incesti si aggiungerà a coscienza 4 libbre.
  7. La donna adultera che chieda l’assoluzione per restare libera da ogni processo e avere ampie dispense per proseguire i propri i rapporti illeciti, pagherà al Papa 87 libbre, 3 soldi. In un caso analogo, il marito pagherà uguale somma; se avessero commesso incesto con i propri figli aggiungeranno a coscienza 6 libbre.
  8. L’assoluzione e la sicurezza di non essere perseguiti per i crimini di rapina, furto o incendio, costerà ai colpevoli 131 libbre, 7 soldi.
  9. Un’assoluzione dell’assassinio semplice commesso sulla persona di un laico si stabilisce in 15 libbre, 4 soldi, 3 denari.
  10. Se l’assassino avesse dato la morte a due o più uomini in uno stesso giorno, pagherà come se ne avesse assassinato uno solo.
  11. Il marito che infliggesse maltrattamenti a sua moglie, pagherà alle casse della cancelleria 3 libbre, 4 soldi; se fosse uccisa, pagherà 17 libbre, 15 soldi, e se le avesse dato morte per sposarsi con un’altra, pagherà, inoltre, 32 libbre, 9 soldi. Coloro che avessero aiutato il marito a perpetrare il crimine saranno assolti rimediante il pagamento di 2 libbre a testa.
  12. Chi affogasse suo Figlio, pagherà 17 libbre, 15 soldi (o sia 2 libbre in più che per uccidere uno sconosciuto), e se a uccidere fossero il padre e la madre di comune accordo, pagheranno 27 libbre, i soldo per l’assoluzione.
  13. La donna che distruggesse il figlio che porta nel suo ventre, e il padre che avesse contribuito alla realizzazione dei crimine pagheranno 1 7 libbre, 1 5 soldi ognuno. Colui che facilitasse l’aborto di una creatura che non fosse suo figlio, pagherà 1 libbra di meno.
  14. Per l’assassinio di un fratello, una sorella, una madre o un padre, si pagherà 17 libbre, 5 soldi.
  15. Colui che uccidesse un vescovo o un prelato di gerarchia superiore, pagherà 131 libbre, 14 soldi, 6 denari.
  16. Se l’assassino avesse dato morte a più .sacerdoti in varie occasioni pagherà 137 libbre, 6 soldi, per la prima uccisione, e la metà per quelle successive.
  17. Il vescovo o abate che commettesse omicidio per imboscata:, incidente o per necessità, pagherà, per raggiungere l’assoluzione, 179 libbre, 14 soldi.
  18. Colui che in anticipo volesse comperare l’assoluzione di ogni omicidio incidentale che potesse perpetrare in futuro, pagherà 168 libbre, 1 5 soldi.
  19. L’eretico che si convertisse, pagherà per l’assoluzione 269 libbre. Il figlio dell’eretico arso, impiccato o giustiziato in qualsiasi altra forma potrà essere riabilitato solo mediante il pagamento di 218 libbre, 16 soldi, 9 denari.
  20. L’ecclesiastico che non potendo pagare i propri debiti volesse liberarsi dall’essere processato dai creditori, consegnerà al Pontefice 17 libbre, 8 soldi, 6 denari, e gli sarà perdonato il debito.
  21. Sarà concessa la licenza per installare posti di vendita di vari generi sotto i portici delle chiese, sarà concesso mediante il pagamento di 45 libbre, 19 soldi, 3 denari.
  22. Il delitto di contrabbando e frode al diritti del principe costerà 87 libbre, 3 denari.
  23. La città che ambisse per i suoi abitanti o per i suoi sacerdoti, frati o monache, la licenza di mangiare carne e latticini in epoche in cui è proibito, pagherà 781 libbre, l0 soldi.
  24. Il monastero che volesse variare la regola e vivere con minore astinenza di quella prescritta, pagherà 146 libbre, 5 soldi.
  25. Il frate che per migliore convenienza o gusto volesse passare la vita in un eremo con una donna, consegnerà al tesoro pontificio 45 libbre, 19 soldi.
  26. L’apostata vagabondo che volesse vivere senza ostacoli, pagherà uguale quantità per l’assoluzione.
  27. Uguale quantità pagheranno i religiosi, siano questi secolari o regolari, che volessero viaggiare in abiti da laico.
  28. Il figlio bastardo di un sacerdote che volesse essere preferito per succedere nella cura al padre, pagherà 27 libbre, 1 soldo.
  29. Il bastardo che volesse ricevere ordini sacri e goderne i benefici, pagherà 15 libbre, 18 soldi, 6 denari.
  30. Il figlio di genitori sconosciuti che voglia entrare negli ordini, pagherà al tesoro pontificio 27 libbre, 1 soldo.
  31. I laici contraffatti o deformi che vogliano ricevere ordini sacri e possedere benefici, pagheranno alla cancelleria apostolica 58 libbre, 2 soldi.
  32. Uguale somma pagherà il guercio dell’occhio destro, mentre il guercio dell’occhio sinistro pagherà al Papa 10 libbre, 7 soldi. Gli strabici pagheranno 45 libbre, 3 soldi.
  33. Gli eunuchi che volessero entrare negli ordini, pagheranno la quantità di 310 libbre, 15 soldi.
  34. Colui che per simonia volesse acquistare uno o molti benefici, s’indirizzerà ai tesorieri del Papa, che gli venderanno il diritto a un prezzo modico.
  35. Colui che per avere mancato un giuramento volesse evitare ogni persecuzione e liberarsi di ogni tipo di infamia pagherà al papa 131 libbre, 15 soldi. Inoltre consegnerà 3 libbre per ognuno di coloro che erano stati garantiti.

Leone X, l’autore di questo esempio lampante di corruzione, è invece considerato dalla storiografia cattolica il protagonista «di uno dei più brillanti pontificati e forse anche il più pericoloso della storia della Chiesa».

Tratto da: Pepe Rodriguez. Verità e menzogne della Chiesa cattolica, Editori Riuniti 1998, pp. 263-66.


Discussione intorno alla veridicità dell'elenco

Fin dalla pubblicazione del libro vi furono numerose reazioni, specialmente da parte di tutte quelle persone che non erano a conoscenza di questo documento e desideravano avere maggiori informazioni in merito. La lista, infatti, è stata edita senza nessun necessario riferimento bibliografico. Occorre premettere che tutti gli atti dei pontefici (per lo meno in epoca moderna) sono noti e pubblicati in raccolte ed edizioni a stampa (il Bullarium romanum, anzitutto) e di tutti siamo a disposizione dell'originale. Ogni documento infatti veniva pubblicato ufficialmente e ricopiato in centinaia di esemplari che venivano inviati in ogni regione del mondo cristiano sottoposto all'autorità del Papa. Per questo motivo tutte le bolle dei pontefici e gli atti pubblici di governo sono disponibili in diverse copie dell'epoca, regolarmente sottoscritte e bollate dalla curia romana.

Ora, il documento sopra riprodotto non è riportato in nessuna delle edizioni degli atti pontifici, non è noto in forma originale e non se ne dispone di alcuna copia coeva che abbia un valore documentale accertato. Alcuni storici, per questo motivo, si sono affrettati a domandare al signor Rodríguez le necessarie referenze che gli aveva omesso di indicare, per verificare la provenienza del documento che egli aveva pubblicato, e che ad una prima lettura sembra chiaramente un falso denigratorio. Rodríguez non è fino ad oggi stato in grado di mostrare alcun documento papale originale; ha però solamente acconsentito a qualificarlo come "dubbioso". Rimane sullo sfondo il principio metodologico secondo cui un documento non esiste fino che non viene dimostrata prova accettabile della sua esistenza, e che è colui che produce documento che è tenuto a dimostrarne l'autenticità, e non coloro che il documento non conoscono. Diversamente chiunque potrebbe fabbricare un documento e presentarlo come autentico, e chiedere ad altri di dimostrare la sua falsità. Non si può dimostrare la falsità di una cosa che documentariamente non esiste.

Ben poco valore ha l'idea secondo cui il documento sarebbe nascosto in Vaticano. Ciò significherebbe che di quel documento esiste una sola copia, il che renderebbe immediatamente incredibile la dichiarazione secondo cui le tariffe sarebbero state realmente applicate e divulgate tra i fedeli. Un atto pontificio ufficiale non pubblicato con ogni mezzo è semplicemente un atto pontificio che non esiste. Peraltro, gli archivi vaticani che contengono la documentazione di quell'epoca sono aperti agli studiosi. Infine, se un documento è nascosto in una biblioteca, non si capisce come qualcuno sia in grado di pubblicarlo ma non sia in grado di chiarire nessuna delle circostanze in cui tale documento fu per lui accessibile.

Un gruppo di ricercatori ha raccolto una serie di documentazione in proposito, riprodotta nel loro sito internet. Anzitutto fu domandato al Rodríguez di produrre la documentazione su cui egli si era basato; egli rispose che il testo era stato ricavato da alcune fotocopie di pagine in lingua francese, ora sbiadite. Non fornì copie di quelle pagine né si dimostrò in grado di dare una referenza di qualche valore storico. La corrispondenza tra Rodríguez e questi ricercatori è stata resa pubblica nel sito di questi ultimi.

Purtroppo non mancano i sostenitori dell'autenticità del documento i quali, pur senza essere in grado di produrre alcuna referenza verificabile da uno storico, continuano a sostenerne la credibilità. La discussione procede quindi - ma esclusivamente in questo campo dei non addetti ai lavori - sul piano inverificabile della personale inclinazione clericale o anticlericale.

Probabile modello su cui il falso è stato costruito

È ben noto che in età rinascimentale sono realmente esistiti alcuni tariffari della curia romana, le cui copie autentiche sono attualmente consultabili. Essi però regolavano semplicemente il compenso da versarsi alla curia per la redazione materiale di qualche documento canonico, come tassa dovuta all'ufficio, a seconda dell'impegno che la preparazione e la scrittura in bella copia del documento richiedeva. Oggi tali elenchi di prezzi non esistono più, in quanto i dipendenti degli uffici vaticani sono stipendiati mensilmente, indipendentemente dalla quantità di documenti che producono. L'elenco di prezzi, perciò, non è altro che un tariffario di un ufficio, e non ha nulla a che fare con l'assoluzione dei peccati. Certamente all'epoca di Leone X fu pubblicata una lista di tariffe per la curia romana, che fu in vigore durante il suo pontificato. Ma è altrettanto certo che questa ed altre simili liste "soffrirono gravi interpolazioni per opera dei protestanti, che alterarono abilmente la fraseologia e le cifre, di modo da fornire un aspetto esclusivamente venale e simoniaco alle concessioni del pontefice, per cui i poveri erano spietatamente esclusi, mentre i ricchi potevano ottenere con il denaro tutto ciò che desideravano"

Esistono numerose pubblicazioni di tariffari alterati, stampati nei paesi protestanti con intenzione di screditare la Chiesa romana. Oggi gli storici di ogni orientamento ne riconoscono l'evidente falsità, e li considerano documentazione utile per studiare i rapporti tra il protestantesimo e il cattolicesimo nei secoli delle controversie. Nessuna di queste liste alterate coincide però con il testo pubblicato da Rodríguez, e nessuna di esse giunge ad un tale grado di corruzione; probabilmente i falsari dell'epoca erano ben consapevoli che un carattere eccessivamente simoniaco del documento avrebbe immediatamente fatto dubitare della sua autenticità. Se sono dunque noti i modelli, rimane da accertare a chi sia dovuta la redazione del testo pubblicato da Rodríguez.


CONSIDERAZIONI PERSONALI:


Siamo di fronte ad un dilemma profondissimo amici miei Non voglio chiedermi se fosse corretto o no da parte della chies aun comportamento così commerciale nei confronti della confessione, non me lo voglio chiedere perchè io sono più che convinto che sia stato uno dei pochi comportamenti coerenti che la chiesa ha avuto nel corso dei secoli. Non va certo meglio oggi, che fanno passare l'otto per mille come un contributo alle opere di carità (con tanto di spot TV) quando in realtà serve a pagare i viaggi del papa, le sue vacanze e le sue belle scarpe di prada. preferivo fortemente le indulgenze a pagamento, almeno erano chiari e schietti da subito: "siamo commercianti, paga".

Il dilemma a cui accennavo sora è in realtà ben altro:

crediamo al signor Pepe Rodriguez o ai sostenitori del "è-tutta-fantasia-non-è-vero-niente-si-sono-inventati-tutto"?

Innanzitutto io mi pongo nei panni della storia, che osserva la chiesa ed i suoi esperti dire che non esistono documenti riconosciuti validi che riportino i prezzi che STORICAMENTE si sa, venivano pagati per le indulgenze (lo studiamo anche a scuola o no? alle elementari addirittura).

Penso all'indice dei libri proibiti, che ha causato l'estinzione di più di qualche documento, penso alla crimen sollicitationis, che è rimasto celato dal vaticano per più di quarant'anni e che solo oggi con la libertà di stampa e l'intraprendenza di alcuni giornalisti è venuto alla luce in tutto il suo orrore, e che in italia viene ancora celato e passato in sordina dai media controllati dai politici compiacenti nei confronti della chiesa in quanto ancora capace di mobilitare masse.

penso a tutto questo e mi chiedo se mai potrebbe essere possibile che un documentino scomodo come il tariffario delle indulgenze potrebbe essere completamente stato celato dalla chiesa al mondo.

voi che ne dite?



Rosario ELETTRICO o IN GRANI?

Signore e Signori

IL ROSARIO ELETTRONICO

















questo prodotto innovativo della Prex: un rosario digitale, che avrebbe permesso la recita di questa preghiera in ogni momento della giornata e in modo molto più semplice. Si tratta di una sorta di iPod, realizzato dalla casa tecnologica di Loreto, che contiene la recita del rosario per ogni giorno della settimana. E nella nostra galleria di immagini potete vedere tutti i modelli.


ED IL ROSARIO IN GRANI

Rosario in Grani

Ed è accompagnato dal seguente foglietto:

COMPOSIZIONE - Ogni rosario contiene: 50 Ave Maria, 5 padre Nostro, 5 Gloria al Padre, 1 Salve Regina.

PRINCIPIO ATTIVO - La Grazia di Dio.

CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA - Santificante effervescente.

USO - Si consiglia il sovradosaggio

SOVRADOSAGGIO - In caso di assunzione di dosi molto elevate si potrebbero avere manifestazioni di: Scatti di gioia, Lodi improvvise a Dio, Slanci di Carità.

INTERAZIONI - E’ possibile, anzi consigliabile, assumerlo insieme ad altre preghiere ed ai Sacramenti.

DOSI CONSIGLIATE - Da uno a quattro al giorno

INDICAZIONI TERAPEUTICHE - Contro la Tiepidezza spirituale, aiuta nel cammino verso la Santità, elimina pruriti al sacro, scoraggia dalle tentazioni, toglie acidità e pesantezza di coscienza, libera le anime dal Purgatorio.

POSOLOGIA - Uso orale. Da assumere con devozione e raccoglimento. Gli effetti possono migliorare con l’assunzione in gruppo.

EFFETTI INDESIDERATI - Se recitato bene e ogni giorno può provocare un cerchio alla testa

CONTROINDICAZIONI - Nessuna

VALIDITA’ - Non è soggetta ad alcuna forma di deterioramento

PRODUTTORE - Laboratori M.SS. - Maria Santissima



COMMENTI!?

(io per una volta... mi astengo, si commenta tutto da solo secondo me)

venerdì 14 marzo 2008

Cattolici Romani: il forum cattolico italiano

il mio caro lettore Luca1981 mi ha fatto gentilmente pervenire un messaggio di errore che gli è apparso sul forumdei cattolici romani (Cattolici Romani: il forum cattolico italiano).


vi riporto il messaggio reperito su Cattolici Romani: il forum cattolico italiano (il testo "incriminato" è stato evidenziato da me) :

Luca1981, non hai i permessi per accedere a questa pagina. Questo può essere dovuto a vari motivi:

  1. Il tuo account potrebbe non avere sufficienti privilegi per accedere a questa pagina. Stai provando a modificare il messaggio di qualcun altro, accedere a caratteristiche amministrative o a qualche altro sistema riservato?
  2. Se stai provando a scrivere un messaggio l'amministratore potrebbe aver disabilitato il tuo account o questo potrebbe essere in attesa di attivazione.
  3. Se sei un utente non cattolico è probabile che puoi intervenire solo nella sezione Ecumenismo e Dialogo.



CONSIDERAZIONI:
Se non sei cattolico non vogliono che parli, che tu esprima le tue opinioni...
forse non sanno cosa risponderti...

Caro Luca, continui ad andare per forum a chiedere spiegazioni sui miei post, sei passato da Cattolico praticante a non praticante, da Cattolico a non Cattolico... da figlio di Dio a seguace della filosofia di Cristo...

finirà che ti assumo come redattore...

domenica 9 marzo 2008

Predica bene Ratzola male - Film Documentario DVD

Finalmente in DVD ** Predica Bene Ratzola Male ** - COMPRALO ONLINE

"L'ipnosi mediatica in cui viviamo è impercettibile se vissuta passivamente... le fonti mediatiche si impongono sulla mente, sul pensiero, sulle scelte... sul cuore delle persone e sulla scelta di essere se stessi. Impongono l'apparenza, la monumentalità etica o forse sarebbe meglio dire la MONOMENTALITA', al di la della quale se vuoi scegliere altro, automaticamente sei fuori..." {Luna Coppola/Sara Ballerini, autrici de "Predica bene Ratzola Male"}

{L'Italia è proprio uno stato democratico e laico! Così laico che la chiesa riesce addirittura a fare un tale mobbing da impedire la distribuzione di un film-documentario (Predica bene Ratzola male), la diffusione di una libera cultura cinematografica e di un libero pensiero basato sulla critica e l'opinione personale}

Luna Coppola e Sara Ballerini, due registe italiane, hanno concluso il loro film-documentario
(Predica bene Ratzola male) sulle coppie di fatto (Dico e sopratutto Pacs): Predica bene, Ratzola male. Il problema è che il film non riesce a trovare un distributore abbastanza coraggioso che lo immetta nelle sale cinematografiche italiane. Troppa paura forse dei temi scottanti, della dura e cruda verità che in qualche modo ci viene celata dai telegiornali. Ovviamente il tutto accade per il semplice motivo che abbiamo un ospite in casa che non ci permetta alla fine di vivere la nostra giornata liberamente.
In Italia non c'è la libertà di pubblicare un film come
Predica bene Ratzola male, che va nettamente contro lo stato clericale, partendo proprio dallo stato che lo ospita, dai suoi politici, dalle sue istituzioni che sembrano così profondamente arretrate, quasi ai tempi di Giordano Bruno o Galileo, quando un libro "scomodo" veniva inserito nell'indice dei libri proibiti e sul quale veniva posto l'anatema della Chiesa.
Fortunatamente
Predica bene Ratzola male è stato proiettato in spagna, a Barcellona e pare abbia fatto molto successo, nonostante nemmeno in spagna ci sia nessuno disposto a distribuirlo. In italia se ne è parlato su alcuni giornali ma poi, come è solito fare qui, la cosa è stata smorzata e coperta di sabbia per non val salire il polverone di critiche troppo scomode.
L'unico mezzo efficace per diffondere Predica bene Ratzola male è, come sempre, internet. Speriamo però che qualche cinema un po' più "aperto" riesca a farlo proiettare.

Il trailer di "Predica bene Ratzola male: http://youtube.com/watch?v=DuFQ_1MLJcQ

Il sito di Predica bene Ratzola male: http://www.predicabeneratzolamale.org

Sul sito di Predica bene Ratzola male è possibile trovare tante curiosità, interviste, dossier, il trailer, e tanto altro.


LA LETTERA DELLE AUTRICI:

Dopo il caso di “Sex crimes and the Vatican”, le autrici di “Predica bene Ratzola male“, documentario sulle coppie di fatto che in Italia non riesce a trovare distribuzione, mandano una lettera aperta a tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei diritti. Ecco il testo.

Siamo qui che leggiamo i giornali online, su quasi tutti i giornali e in rete non si parla altro che del documentario della BBC sui crimini commessi dal Vaticano.
Abbiamo visto qualche minuto del documentario della BBC in rete e siamo rimaste davvero senza parole.
Il documentario della BBC è un documentario che grazie alla rete è venuto fuori, grazie ad un passaparola, grazie alla gente che ha voglia per fortuna di sapere, di vedere!!! Grazie alla rete è venuto fuori un pezzo di verità, perchè quello è solo un pezzo di verità, ci sono tante verità insabbiate e tante uscite fuori solo a metà.
Leggendo i vari blog, la gente ne ha parlato, ne ha discusso, ha passato il link del video e questa cosa ci ha riempito di gioia, perchè ancora una volta dal basso, dalla gente è partito un grande movimento.

Adesso ci chiediamo, esiste un altro documentario, che molti di voi a cui mandiamo questa mail conoscono, un documentario come Predica bene Ratzola male che non parla certo di aria fritta ma di laicità, di democrazia, di diritti civili, un documentario che porta alla luce le ipocrisie e le contraddizioni dei nostri governanti che popolano i piani alti dei palazzi di Roma, un documentario che fa parlare la gente, che fa parlare coppie omosessuali e eterosessuali che vivono in una situazione di
disagio sociale, in una situazione di instabilità per la mancanza di diritti che esistono in quasi tutti i paesi che si definiscono democratici.
Purtroppo come tutte le cose, in Italia è stata fatta una grossa confusione, confusione generata anche dagli stessi media, che in questi ultimi due anni hanno incastrato le notizie ed è venuto fuori un gran casino!

Esiste il documentario “Predica bene Ratzola male“, molti hanno avuto occasione di vederlo nelle poche proiezioni fatte in Italia, grazie all’aiuto di alcune persone e associazioni, altri hanno avuto l’occasione di vederlo in Spagna a Barcelona, dove è stato proiettato.
Quando abbiamo iniziato a girare questo documentario, volevamo che la gente lo vedesse, e invece….e invece come tutte le cose in Italia, prima gran rumore e scandalo per il titolo del film, e poi un silenzio assordante.
Ci hanno chiuse in un cassetto, o meglio hanno chiuso in un cassetto il documentario, hanno chiuso in un cassetto la verità e le voci delle persone protagoniste, ci hanno chiuso tutte le porte.
Ci hanno detto che il documentario è postdatato, ci hanno detto che non è il momento politico per farlo uscire, ci hanno detto di starcene buone ed aspettare, ma noi non vogliamo più aspettare, vogliamo rompere questo silenzio assordante, uscire dal cassetto e far sentire alla gente,
agli italiani che esistono anche altre verità e realtà.

Leggendo quindi del documentario della BBC che è usicto fuori grazie alla rete, mi sono chiesta, o meglio ci siamo chieste e domandate, forse anche noi dobbiamo uscire grazie alla rete, con l’aiuto della gente, partendo dal basso, noi abbiamo iniziato dal basso con mille difficoltà e ci troviamo adesso a distanza di un anno con altre mille difficoltà.
Ogni giorno su internet riceviamo 700 visite sul sito di Predica bene Ratzola male e la gente ci domanda dove comprare il film, e noi senza parole.
Sapete chi ci sta dando una mano a farlo emergere? Non certo le persone che si sono dette interessate, o le persone che hanno fatto mille promesse, con telefonate e scuse per non essersi fatti vivi, un aiuto enorme lo dobbiamo a Porpora Marcasciano del Mit di bologna che ogni giorno continua ad aiutarci inviandoci mail e supporto morale e pratico, un grazie lo dobbiamo a dei ragazzi di 17 anni, diciamo bene 17 anni di un liceo di Bologna che stanno iniziando un tam tam di mail, in particolare grazie a Matteo che a soli 17 anni, senza nessuna appartenenza politica o di chissà cosa, ci sta
aiutando con il cuore!!! Grazie!
La cosa che possiamo dire è che noi di cose da dire ne abbiamo tante e vorremmo che la gente ci ascoltasse o meglio guardasse il documentario, sono 58 minuti in cui emerge una problematica di base che è insita in Italia!!!!

Grazie per aver letto questa mail e per non averla buttata via prima, speriamo di poter farvi vedere presto questo documento.
Intanto sul sito e su youtube digitando il nome del documentario potrete avere notizie e vedere il trailer.
Grazie di cuore!
all the best

Luna Coppola e Sara Ballerini
Autrici de "Predica bene Ratzola male"

Vade retro Satana (Pietro)

Le origini della frase "Vade retro Satana":


Ho scovato questa curiosità nei miei peregrinaggi per la rete, nulla di eclatante, solo un altro fatto di coerenza.

La locuzione latina Vade retro Satana, tradotta letteralmente, significa "Arretra", oppure "Vai indietro, torna indietro Satana".

Si tratta di un versetto biblico secondo la traduzione latina detta Vulgata. Pietro apostolo cerca di opporsi a Gesù quando questi annuncia che avrebbe dovuto essere ucciso, e Gesù subito risponde a Pietro apostrofandolo duramente "Vade retro Satana!", in cui l'appellativo "Satana" si riferisce proprio a Pietro. Il testo latino dei versetti in questione è il seguente:

  • vangelo di Matteo 16,23: "vade post me Satana";
  • vangelo di Marco 8,33: "vade retro me Satana".

Dal tenore verbale del testo (vade retro, post) si evince che Gesù sta invitando Pietro a tornare dietro, a rimettersi dietro di lui, nella posizione del discepolo che segue (anche fisicamente) i passi del maestro, senza permettersi di precederlo, di mettersi davanti a lui, di insegnare al proprio maestro.

In seguito l'espressione è diventata quasi un proverbio (Chi non ha mai detto per scherzo a qualcuno "Vade retro").


Per la Chiesa invece è divenuta una formula pronunciata durante gli esorcismi. Formula con cui si vuole intimare ad una entità maligna di ritirarsi. In passato veniva usata molto spesso durante l'esorcismo di persone che si pensava fossero possedute.

con Vade Retro si intimava al demonio all'interno del posseduto di andarsene di indietreggiare (Retro), senza pensare che la prima volta che quella frase fu pronunciata era rivolta a Pietro; primo PAPA della chiesa cattolica :D

Saluti

domenica 2 marzo 2008

Indice dei libri proibiti

Una edizione del 1563

Una edizione del 1563

L'Indice dei libri proibiti (in latino Index librorum prohibitorum) fu un elenco di pubblicazioni proibite dalla Chiesa cattolica, creato nel 1559 per opera della Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione (o Sant'Uffizio), sotto Paolo IV. Ebbe diverse versioni e fu soppresso solo nel 1966 con la fine dell'inquisizione romana sostituita dalla congregazione per la dottrina della fede.

Storia

I precedenti

Sin dalle sue origini le lotte della Chiesa contro le eresie comportarono la proibizione di leggere o conservare opere considerate eretiche: il primo concilio di Nicea (325) proibì le opere di Ario, papa Anastasio I (399-401) quelle di Origene e papa Leone I (440-461) quelle dei manichei. Il secondo concilio di Nicea (787) stabilì che i libri eretici dovessero essere consegnati al vescovo non tenuti di nascosto.

Il concilio di Tolosa del 1229 giunse a proibire ai laici il possesso di copie della Bibbia e nel 1234 quello di Tarragona ordinò il rogo delle traduzioni della Bibbia in volgare.

La diffusione di idee contrarie ai dogmi della Chiesa cattolica, e in particolare della Riforma protestante, fu grandemente favorita dall'invenzione della stampa a caratteri mobili (1455): la Chiesa prese dunque provvedimenti nel tentativo di controllare quanto veniva stampato.

Alla metà del XVI secolo risalgono i primi cataloghi di libri proibiti: ne furono redatti dalle università della Sorbona a Parigi e di Lovanio, per ordine di Carlo V e di Filippo II.

Nel 1543 nella Repubblica di Venezia il Consiglio dei Dieci affidò agli Esecutori contro la Bestemmia il compito di sorvegliare l'editoria, con facoltà di multare chi stampava senza permesso: nel 1549, ad opera di monsignor Giovanni della Casa, fu pubblicato un Catalogo di diverse opere, compositioni et libri, li quali come eretici, sospetti, impii et scandalosi si dichiarano dannati et prohibiti in questa inclita città di Vinegia: l'elenco comprendeva 149 titoli e riguardava per lo più opere tacciate di eresia, ma la proibizione finì con il non essere applicata per l'opposizione dei librai e dei tipografi.

Nel 1554, ad opera del Sant'Uffizio, uscì a Roma un primo Cathalogus librorum Haereticorum, con intenti quasi esclusivamente anti-protestanti: vi comparivano anche le opere di Luciano di Samosata, il De monarchia di Dante Alighieri e perfino i commentari di papa Pio II sul Concilio di Basilea.

Il primo indice del 1559

Tra i compiti del Sant'Uffizio, istituito da papa Paolo III nel 1542, era compresa la vigilanza sui libri. Nel 1559, sotto papa Paolo IV, venne pubblicato un indice dei libri e degli autori proibiti, detto "Indice Paolino". L'elenco comprendeva l'intera opera degli scrittori non cattolici, compresi i testi non di carattere religioso, altri 126 titoli di 117 autori, di cui non veniva tuttavia condannata l'intera opera, e 332 opere anonime.

Vi erano inoltre elencate 45 edizioni proibite della Bibbia e veniva condannata l'intera produzione di 61 tipografi (prevalentemente svizzeri e tedeschi). Infine si proibivano intere categorie di libri, come quelli di astrologia o di magia, mentre le traduzioni della Bibbia in volgare potevano essere lette solo su specifica licenza, concessa solo a chi conoscesse il latino e non alle donne.

Tra i libri proibiti erano il "Decamerone" di Boccaccio, "Il Novellino" di Masuccio Salernitano e tutte le opere di Machiavelli, di Rabelais e di Erasmo da Rotterdam.

Il papa, che da cardinale (Giampiero Carafa) era stato il primo direttore del Sant'Uffizio, attribuì a quest'ultimo e alla sua rete locale l'applicazione della proibizione, a scapito del potere dei vescovi.

Dopo il concilio di Trento

Un secondo elenco ("Indice tridentino"o "Index librorum prohibitorum a Summo Pontifice") venne emanato dopo la conclusione del Concilio di Trento nel 1564, sotto papa Pio IV e per impulso del cardinale Carlo Borromeo.

L'elenco fu meno restrittivo del precedente: vi erano inseriti solo i libri eretici ed era prevista la possibilità di "espurgare" i libri che comprendessero solo brevi passaggi proibiti. Restava valida la necessità di una licenza per la lettura della Bibbia in volgare, ma questa venne concessa senza le precedenti restrizioni.

A differenza dell'Indice Paolino, l'Indice tridentino venne applicato in quasi tutta l'Italia e in gran parte dell'Europa fino al 1596. La Spagna applicava invece l'indice redatto dall'Inquisizione locale nel 1559. Papa Pio V i

stituì nel 1571 la "Congregazione dell'Indice", con lo scopo di provvedere a tenere aggiornato l'indice e ad inviarlo periodicamente alle sedi locali dell'Inquisizione, da dove veniva diffuso presso i librai.

La storia successiva

Nuovi indici vennero redatti anche dal Santo Uffizio sotto i pontefici successivi e le due congregazioni furono spesso in conflitto in merito alla giurisdizione sulla censura dei libri. Anche i vescovi si opposero al potere dato all'Inquisizione in questo campo.

Nel 1596, sotto papa Clemente VIII venne redatta una nuova versione dell'indice ("Indice Clementino"), che aggiunse all'elenco precedente opere registrate in altri indici europei successivi al 1564. Ripeteva inoltre la proibizione di stampare opere in volgare, già promulgata da Pio V nel 1567.

La censura ecclesiastica ebbe pesanti conseguenze: le "espurgazioni", a volte neppure dichiarate, potevano arrivare a stravolgere il pensiero dell'autore originario e i testi scientifici non conformi all'interpretazione aristoletico-scolastica erano considerati eretici. Nel 1616 furono bandite le opere di Copernico. Gli scrittori si autocensuravano e l'attività dei librai diventò difficile per le richieste di permesso e i pericoli di confisca.

Le "patenti di lettura", tuttavia, che in teoria avrebbero dovuto essere rilasciate solo a studiosi di provata fiducia da parte del Santo Uffizio e durare solo per tre anni, si ottenevano invece in pratica abbastanza facilmente. Dopo la metà del XVII secolo di fatto si cessò di perseguire la semplice detenzione di libri proibiti.

Nel 1758, sotto papa Benedetto XIV, le norme furono riviste e l'indice venne corretto e reso più comodo. Fu inoltre eliminato il divieto di lettura della Bibbia tradotta dal latino. Le competenze per la compilazione e l'aggiornamento dell'indice passarono a partire dal 1917 al Sant'Uffizio.

L'indice nei suoi quattro secoli di vita venne aggiornato almeno venti volte (l'ultima nel 1948) e fu definitivamente abolito solo dopo il Concilio Vaticano II nel 1966, sotto papa Paolo VI.

Scopo dell'indice

Lo scopo dell'elenco era quello di ostacolare la possibile contaminazione della fede e la corruzione morale attraverso la lettura di scritti il cui contenuto veniva considerato dall'autorità ecclesiastica non corretto sul piano strettamente teologico, se non addirittura immorale.

Secondo la legge canonica, le forme di controllo sulla letteratura dovevano essere principalmente due: una prima, di censura preventiva, che poteva concedere il classico imprimatur ai libri redatti da cattolici su tematiche riguardanti la morale o la fede; una seconda, di aperta condanna, per volumi considerati offensivi: quest'ultima prevedeva l'inserimento nell'index dei libri incriminati.

Secondo alcune stime dopo il 1559 la detenzione di libri divenne il capo di imputazione più frequente nei processi per eresia.

Buona parte dei documenti relativi all'istruzione dei procedimenti furono trafugati a Parigi dalle truppe napoleoniche nel periodo che va dal 1809 al 1814 e durante il pur breve periodo della Repubblica Romana (1849)[citazione necessaria]; tuttavia, l'archivio della Congregazione della Fede fu ricostruito ed è a tutt'oggi intatto; dal 1998, dietro richiesta motivata, è consultabile pubblicamente.

L'elenco comprendeva, fra gli altri, nomi della letteratura, della scienza e della filosofia come Francesco Bacone, Honoré de Balzac, Henri Bergson, George Berkeley, Cartesio, D'Alembert, Daniel Defoe, Denis Diderot, Alexandre Dumas (padre) e Alexandre Dumas (figlio), Gustave Flaubert, Thomas Hobbes, Victor Hugo, David Hume, Immanuel Kant, Jean de La Fontaine, John Locke, Montaigne, Montesquieu, Blaise Pascal, Pierre-Joseph Proudhon, Jean-Jacques Rousseau, George Sand, Spinoza, Stendhal, Voltaire, Émile Zola.

Tra gli italiani finiti all'indice - scienziati, filosofi, pensatori, scrittori - vi sono stati Vittorio Alfieri, Pietro Aretino, Cesare Beccaria, Giordano Bruno, Benedetto Croce, Gabriele D'Annunzio, Antonio Fogazzaro, Ugo Foscolo, Galileo Galilei, Giovanni Gentile, Francesco Guicciardini, Giacomo Leopardi, Ada Negri, Girolamo Savonarola, Luigi Settembrini, Niccolò Tommaseo e Pietro Verri.

Tra gli ultimi ad entrare nella lista sono stati Simone de Beauvoir, André Gide, Jean-Paul Sartre e Alberto Moravia.

Bibliografia:

  • Nascita dell'Indice. La censura ecclesiastica dal Rinascimento alla Controriforma - Vittorio Frajese - 2006, Morcelliana, Brescia.
  • Storia dell' Indice. Il Vaticano e i libri proibiti. - Hubert Wolf - 2006, Donzelli, Roma.

Collegamenti esterni:

Note

L'indice dei libri proibiti è stato mantenuto in vigore ed aggiornato al 2003, sotto forma di guida bibliografica, da parte dell'Opus Dei, prelatura personale della Chiesa Cattolica.

Fonte

Wikipedia

Unione Europea: Il Vaticano non è uno Stato democratico

La Santa Sede è ormai al centro non solo delle debacle nazionali ma è anche sotto osservazione al Consiglio d’Europa. E questo perchè secondo l’assemblea di Strasburgo il Vaticano non sarebbe un vero e proprio Stato democratico e, soprattutto, avrebbe posizioni sulle tematiche riguardanti i diritti dell’uomo non proprio conformi a quelle delo stesso Consiglio. Un aspetto questo che a Strasburgo deve essere ora attentamente considerato. In questa settimana, infatti, dovrebbe essere approvato a Strasburgo una risoluzione sullo statuto degli Stati Osservatori, Paesi non europei che comunque partecipano alle sessioni dell’assemblea: ovvero Santa Sede, Stati Uniti, Canada, Giappone, Messico.
Nel documento 11471, presentato al Consiglio lo scorso 20 dicembre dal rappresentante della Gran Bretagna, David Wilshire, dopo aver premesso l’ultilità e la necessità di integrare questi Stati all’interno dei vari dibattiti dell’assemblea, al punto 10 si legge testualmente: «Lo status della Santa Sede non ha a che vedere con la Risoluzione statuaria e non le è stato chiesto di assumere alcun impegno. La sua mancanza di istituzioni democratiche e alcune sue posizioni in materia di diritti umani ne fanno un caso a parte. Deve essere accettato lo status quo». Si legge ancora nel documento: il Vaticano è l’unico Stato che ha acquisito questo status presso il Consiglio «prima che esistessero disposizioni ufficiali», vale a dire nel 1970, «senza che l’organizzazione avesse chiesto, né la Santa Sede avesse assunto alcun impegno rispetto agli ideali e ai valori del Consiglio d’Europa». Questa inaspettata posizione rispetto al Vaticano, a quanto raccontano a Strasburgo, ha destato parecchie perplessità, sia in molti rappresentanti italiani dell’Assemblea, ma anche nelle stanze di Oltretevere. Il timore, come spiega un esponente del Consiglio, è che «far passare la Santa Sede come uno Stato non democratico», vorrebbe dire «indebolire il Vaticano nel suo ruolo di Stato Osservatore». Un segnale, fra l’altro non il primo (basti pensare alle esenzioni fiscali di cui gode la Santa Sede messe sotto osservazione mesi fa a Straburgo), di un’atmosfera che sta prendendo piede in molti Paesi del nord Europa nei confronti del Vaticano.

Da qui la decisione di un gruppo di deputati italiani, che siedono al Consiglio, di prendere carta e penna e presentare lunedì prossimo a Strasburgo un emendamento. I firmatari, tra cui gli esponenti del Ppe Claudio Azzolini (Forza Italia) e Lorenzo Cesa (segretario dell’Udc) chiedono di sostituire la formulazione riportata nel punto 10 con una versione «più rispettosa della Santa Sede e del suo ruolo». Vale a dire: il Vaticano partecipa al Consiglio come Stato Osservatore «in base alla sua specifica natura e alla sua missione». Rimane assodato il fatto che la Santa Sede «non ha a che vedere con la Risoluzione statuaria», non le è stato chiesto di assumere alcun impegno, e «lo status quo dovrebbe essere accettato». Ma va eliminata la parte riguardante le «mancanti istituzioni democratiche» e l’accenno alle posizioni del Vaticano «riguardo i diritti umani».
Per avere il verdetto finale bisognerà aspettare fino a giovedì prossimo quando l’assemblea di Strasburgo voterà il testo. «Se guardiamo quali sono i compiti principali del Consiglio - spiega Cesa - troviamo la tutela dei diritti dell’uomo e la ricerca di soluzioni comuni per problemi sociali, quali la discriminazione delle minoranze, la xenofobia, la violenza nei confronti dei bambini. Di fronte a questi temi il ruolo del Vaticano, anche se solo come Stato Osservatore, è fondamentale. E questo non può essere in discussione». Insomma quella che sta per cominciare a Strasburgo potrebbe essere un’altra settimana calda per Oltretevere. E stavolta la partita si sposta tutta su terreno internazionale.


CONSIDERAZIONI PERSONALI:
ovviamente in italia non si è saputo nulla di tutto questo...
è un dato di fatto che il vaticano non è uno stato democratico, è un impero in cui esiste un Imperatore eletto dai nobili in conclave...
sul fatto che non siano in linea con la UE su alcuni temi dei diritti dell'uomo... è palese direi.

che ne pensate voi?

Le Scuse del Papa

Le scuse del papa

LA GIORNATA DEL PERDONO

Il 12 marzo 2000, nel corso di una spettacolare celebrazione in Vaticano, il papa ha chiesto «scusa» in mondovisione per le colpe passate della Chiesa. Molti si sono affannati a rendere omaggio alla decisione di Wojtyla: ma quanti di costoro hanno ragionato sulla portata di queste scuse?

La giornata era stata preparata da un documento di una commissione teologica internazionale - di cui faceva parte il responsabile dell’ex-inquisizione Ratzinger - ed è stata incentrata soprattutto sull’omelia di Wojtyla e sulla confessione dei peccati da parte delle gerarchie ecclesiastiche e del papa stesso.

ALCUNE OSSERVAZIONI

  • Il perdono viene chiesto a dio, non alle vittime.
  • I peccati non sono della Chiesa-istituzione, ma dei figli della Chiesa.
  • Per “Chiesa” si intende comunque la comunità dei battezzati.
  • Ne deriva che la responsabilità dei peccati è difficilmente attribuibile: infatti nessun nome di colpevole è stato pronunciato, tutto è estremamente generico e ampiamente chiosato per accontentare i cattolici più conservatori.
  • I peccati vengono collocati soprattutto nel secondo millennio: forse perché i pagani, massacrati nel primo, non sono più in grado di pretendere qualcosa.
  • Se i cattolici hanno delle colpe, gli altri sono peggio: nell’omelia il papa chiede perdono per «…l’uso della violenza che alcuni di essi hanno fatto… per gli atteggiamenti di diffidenza e di ostilità assunti talora nei confronti dei seguaci di altre religioni», salvo poi lamentarsi delle «innumerevoli volte che […] hanno subìto angherie, prepotenze e persecuzioni a motivo della loro fede».
  • Si chiede perdono per «…i mezzi dubbi per i fini giusti», ma non per i fini ingiusti (qual era il fine «giusto» nel bruciare le streghe?).
  • Si definisce semplicisticamente il regime nazista come «pagano», sottacendo le prese di posizione a suo favore dei vescovi tedeschi.
  • L’ateismo è il male principale del giorno d’oggi e si invitano i non credenti a purificare anch’essi collettivamente i loro risentimenti (?).

UNA RACCOLTA DI OPINIONI NON ALLINEATE

Sull’argomento la rivista Adista ha raccolto due dossier, pubblicati il 20 marzo ed il 3 aprile 2000.

ENZO MAZZI (Manifesto 8/3): «sotto questo manto imbiancato e lucente covano nell’intimo della Chiesa-istituzione quasi intatti i germi mortiferi della violenza: l’assolutismo del potere monarchico del papa il quale è legge a se stesso e a nessun’altra legge umana è sottoposto, la capillarità planetaria della diramazione del potere gerarchico, la immensa ricchezza mai sazia che rende la Chiesa corresponsabile dell’impoverimento delle grandi maggioranze, la certezza che la gerarchia cattolica è depositaria infallibile sia della verità etica sulla natura sia della verità soprannaturale e quindi anche dei mezzi per la salvezza del mondo e di ogni singola persona».

DOMENICO TOMASETTO (presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane): «una richiesta di perdono che […] costituisce soltanto un ottimo spettacolo mediatico, ma non ha rilevanza nell’esistenza teologica».

JUAN JOSÉ TAMAYO (El Pais 13/3): «…mentre si chiede perdono degli errori storici, si continuano a mantenere, all’interno della Chiesa, comportamenti repressivi e lesivi dei diritti dei cristiani e delle cristiane […] il Vaticano ha reagito avviando un’operazione di pulizia teologica che ha colpito non pochi dei più qualificati teologi…».

AMOS LUZZATTO (Comunità ebraiche italiane): «non vi è contraddizione tra il pentimento espresso dalla Chiesa per quanto perpetrato contro gli ebrei nel passato e la beatificazione di Pio IX che ne fu uno dei perpetratori? […] Mi aspettavo un riconoscimento delle responsabilità politiche della Chiesa per le persecuzioni antiebraiche: ad esempio sull’istituzione dei ghetti per i quali la Chiesa ancora non ha praticamente detto mai nulla».

HANS KUNG (teologo dissidente): «è una deludente cerimonia pomposa e barocca. Nel suo confiteor deplora ma non chiama niente per nome […] non è giusto sostenere che i nazisti sarebbero stati ancor più crudeli se il papa avesse parlato. Si sarebbe prodotto un effetto enorme se Pio XII avesse scomunicato i responsabili dell’Olocausto, alcuni dei quali erano cattolici: Hitler, Goebbels…».

BARBARA RAGGI (Manifesto 8/3): «il messaggio arriva chiaro: il pontefice ammette gli errori del passato. Nessuno chiede conto di quelli del presente che pure si affastellano sotto gli occhi di tutti. E soprattutto si cela il nesso tra le colpe di ieri e quelle di oggi. Gli argomenti con cui si pretende la parità scolastica e il divieto della marcia gay sono gli stessi che, in secoli lontani, hanno portato alle violenze e agli eccessi per cui si implora perdono. La radice della sopraffazione è la credenza di avere in custodia la morale naturale, valida per tutti e per tutte, cui bisogna sottomettersi indipendentemente dalle proprie valutazioni. Una morale le cui chiavi sono custodite a Roma, dal vicario di Cristo unico a poter decidere cosa è ammissibile e cosa non lo è. Finché una commissione di teologi non dirà che tale credenza è falsa ed è la radice di tutti gli errori e gli orrori compiuti “dai figli della Chiesa” siamo autorizzati a pensare che non di autocritica si tratta ma di una banale operazione di marketing».

PEDRO MIGUEL (La Jornada 14/3): «…ogni genocidio (e Roma ne ha molti a suo carico) è doppiamente intollerabile se sfocia nell’impunità e nelle simulazione; per esempio, la vistosa “richiestuccia di perdono” del 12 marzo…».

EUGENIO SCALFARI (Repubblica 13/3): «la confessione delle colpe è un atto politico essenziale […] questa grandiosa assunzione di colpa […] riguarda poco l’anima dei fedeli; riguarda piuttosto i teologi […] e i diplomatici […] Obiettivi alti, ma politici…».

RUPERT SHORT (The Guardian 13/3): «perché allora le sue affermazioni, accanto all’ammirazione, hanno causato aspre critiche? Molti cattolici, a parte quelli che sono fuori dalla Chiesa, sentono che la richiesta di scuse è stata pronunciata scandalosamente tardi […] questo papa è stato felice di accettare o estendere uno stile autoritario nel governo della Chiesa».

FRANCO GRILLINI (Arcigay): «il Vaticano chieda perdono anche agli omosessuali che rappresentano le vittime tra le più numerose della violenza teocratica di ieri come di oggi».

LEONARDO BOFF (teologo della liberazione): «il primo perdono che dovrebbe chiedere la Chiesa dovrebbe essere ai poveri defraudati. Per essere una Chiesa ricca e perché quando altri hanno appoggiato i poveri, furono condannati come falsi profeti».

DIARIO DELLA SETTIMANA (22/3): «le cataste di vittime accumulate fino al cielo sono la ragione stessa della diffusione mondiale che la Chiesa cattolica ha oggi».

DANIELE GARRONE (Riforma in rete, 24/3): «in Italia ha credito l’affermazione, tanto diffusa quanto infondata, che solo la Chiesa cattolica abbia riconosciuto le sue colpe storiche. C’è chi enfatizza la posizione cattolica per apologia o per polemica (anche contro il pensiero laico), ma soprattutto vi è una sostanziale ignoranza (perché lo si ignora effettivamente o perché lo si vuole ignorare) di ciò che avviene al di là del Vaticano, nel resto della cristianità. Il fenomeno è particolarmente evidente sui mass media, a nessuno dei quali, per esempio, è venuto in mente di proporre dei servizi su come le altre chiese affrontano il problema delle colpe storiche; da noi, la posizione degli altri cristiani è tutt’al più una nota di colore. L’organizzazione piramidale della chiesa di Roma e la sapiente enfatizzazione mass-mediatica (accentuata in questo Giubileo) di tutto ciò che ha il papa come protagonista contribuiscono ad accentuare l’impatto di ogni discorso di Roma».

FILIPPO GENTILONI (Manifesto 8/3): «…ma questa riconciliazione convincente richiede una “conversione”, come d’altronde la grande tradizione cristiana ha sempre insegnato. Pentirsi vuol dire convertirsi, cambiare vita. Nel caso della chiesa e dei suoi vertici, accettare il dialogo, il dubbio, in altre parole il pellegrinaggio dei poveri nella vie della storia. Accettare una verità non fissa, ma in cammino».

1° settembre 2000
Fonte: www.uaar.it


CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Direi che è già stato detto tutto...

sabato 1 marzo 2008

345.000 euro per le vacanze del papa


L’Espresso (N° 23 anno LIII 14 giugno pagina 13 nella rubrica ‘Riservato’)
20.000 euro al giorno dagli Italiani per le vacanze di Ratzinger

Ventimila euro al giorno per il periodo di riposo in montagna che Ratzinger trascorrerà a Lorenzago di Cadore (Belluno), dal 9 al 27 luglio prossimi, in una villetta di proprietà della Diocesi di Treviso.
La giunta regionale del Veneto, presieduta da Giancarlo Galan, ha stanziato fondi complessivi pari a 345.000 euro per gli interventi necessari a "garantire la più serena tranquillità e riservatezza al soggiorno dell'augusto ospite". Spiccano i 20.000 euro per far piallare il cosiddetto 'Angolo di Preghiera', struttura in legno coperta, dotata di panca e tavolo, ma sono comprese nel prezzo altre sette panchine con schienale, destinate ai prelati 'minori', nelle ore di meditazione.
Più di 50.000 euro per asfaltare i due chilometri della strada d'accesso alla residenza del Santo Padre, mentre la recinzione della dimora costerà 24.882 euro. Per vasi e addobbi floreali della casa papale preventivati 13 mila euro più 3 mila euro per "piante ad alto fusto di latifoglia, compresa zolla terrosa". Poco per le guardie svizzere. ‘Solo’ 7.000 euro per un sentiero in ghiaia dedicato ai loro giri di guardia, parapetti, passerelle, parapetti e tende di protezione incluse.


CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Beati i poveri poichè loro è il regno dei cieli... non ricordo se è una frase di Gesù o di Bob Dylan, vedendo però lo sfarzo in cui vive colui che delle parole di gesù ha fatto ragion di vita, deve averlo per forza detto Bob Dylan.