giovedì 18 novembre 2010

Pedofilia? “Non sapevo che fosse un reato”

IL FATTO:
Pedofilia, prete confessa: “Non sapevo che fosse un reato”

Si difende così il sacerdote di una parrocchia di Vilafamés (Spagna), dopo che la Guardia Civil aveva trovato nella sua chiesa oltre 600 gigabyte di materiale pornografico infantile.

Scrive El Mundo che il prete della parrocchia di Vilafamés accusato di distribuzione di materiale pedopornografico ha confessato che: “Non era al corrente che si trattasse di un crimine così grande“. Confinato in un convento dopo il suo arresto, il sacerdote Rafael Sansó Riera ha risposto alle domande dei giornalisti non senza una certa riluttanza ad affrontare un tema “sensibile” che preferisce trattare attraverso il suo avvocato.

600 GIGABYTE - Ne avevamo già parlato su Giornalettismo del suo arresto, dopo che la Guardia Civil aveva ritrovato 21.000 files di materiale pedopornografico. Il sacerdote, che serviva anche la messa nella parrocchia di La Barona, una frazione di Vall d’Alba (Castellón), faceva da file-sharing in tutto il mondo e, secondo gli investigatori, era uno dei più importanti della Spagna. Dopo aver confessato la sua colpevolezza davanti al giudice e alla diocesi, Rafael Sansó ha messo il suo futuro di sacerdote “nelle mani della Chiesa e dei ranghi superiori“. Nel frattempo non intende allontanarsi dalla chiesa perché “una cosa è essere fuori dalla chiesa e un’ altra è lavorare come prete“, ha affermato.

HA CHIESTO PERDONO ALLA CHIESA - Ma Rafael Sansó garantisce anche che è “a disposizione della giustizia e riferirà ogni due settimane” dopo essere stato arrestato nell’ambito di una operazione internazionale di smantellamento di una rete di distribuzione di pornografia infantile su Internet. “La prima cosa che ho fatto prima di andare al tribunale è stata quella di confessarmi“ rivela per aggiungere che ha chiesto perdono “alla Chiesa, alla parrocchia e a tutte le persone che ho offeso“.

E LA CHIESA LO HA PERDONATO - Il sacerdote ha chiesto ed ha ottenuto la difesa dell’Arcivescovado, e come dice è “totalmente supportato” dalla Diocesi di Segovia-Castellón, che ha gli ha fornito supporto psicologico e legale. Il vescovo di Castellón, López Llorente, afferma solennemente di “essersi comportato come un padre” e quando gli viene chiesto se il sacerdote ha ottenuto il perdono, ha risposto con un sonoro”naturalmente“. Ma l’opinione pubblica è divisa. La maggior parte dei residenti, dice il sindaco, Luisa Oliver, sono delusi per quella che considerano una ‘doppia vita’ del sacerdote, che ha mostrato grande “disaffezione nei confronti dei bambini“. Il prete comparirà in tribunale ogni due settimane, secondo l’ordine del giudice che lo ha lasciato in libertà vigilata.

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Ho grassettato alcune parti del testo come vedete:
Materiale pedopornografico INFANTILE: quindi non parliamo di pornografia DUBBIA, non di ragazzine/ini di 16 o 17 anni che potrebbero sembrare maggiorenni.

Confinato in un convento dopo il suo arresto: quindi riposa sereno in casa propria... non se lo fa il carcere eh?

per quanto riguarda "ha chiesto perdono alla chiesa" e "e la chiesa lo ha perdonato" sono concetti che vorrei analizzaste in coppia...

non ho altro da aggingere.

mercoledì 17 novembre 2010

C'è chi può, C'è chi non può, Loro Può

IL FATTO:
Il Vaticano costruisce senza permessi: denuncia archiviata per «immunità»
ROMA - Costruire senza il permesso del Comune. Accanto alla basilica di San Paolo si può, perché il terreno è del Vaticano e gode dell’immunità prevista dall’articolo 16 dei Patti Lateranensi. Con questa motivazione la procura vuole mandare in archivio la denuncia contro il centro di ricerca del Bambin Gesù che sta sorgendo a fianco della chiesa. Un edificio che il presidente dell’XI municipio, Andrea Catarci, ha definito un «ecomostro».

IL CONCORDATO DEL '29 - Nel provvedimento, il procuratore Giovanni Ferrara e il pm Sergio Colaiocco ricordano le norme del trattato contenenti l’elenco degli immobili che, «benché facenti parte del territorio dello Stato italiano», godono dell’immunità riconosciuta alle sedi diplomatiche.
È la premessa per sottolineare che, in base all’articolo 16, «è in facoltà della Santa Sede dare ai suddetti immobili l’assetto che creda, senza bisogno di autorizzazioni o consensi da parte di autorità governative, provinciali o comunali italiane, le quali possono all’uopo fare sicuro assegnamento sulle nobili tradizioni artistiche che vanta la Chiesa cattolica».

RINUNCIA AI CONTROLLI - Inoltre, scrivono i magistrati, sia la Corte Costituzionale nel 1985, sia il governo rispondendo a un’interrogazione alla Camera nel 2008, «hanno interpretato la disposizione in esame come una rinuncia dello Stato al previo controllo degli interventi edilizi sugli immobili».
L’inchiesta è nata da un esposto presentato il 27 maggio dal presidente dei Radicali, Mario Staderini. Che già allora aveva previsto l’ostacolo dell’articolo 16.

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

fatemi capire, ma se ogni terreno del vaticano gode dell'immunità diplomatica sostanzialmente ogni terreno del vaticano è come se fosse un pezzetto di stato vaticano?

quindi possedendo il 25% del patrimonio immobiliare Italiano il Vaticano perde una delle sue caratteristiche più affascinanti: "Essere uno degli stati più piccoli del mondo"

Che peccato.