lunedì 25 agosto 2008

La Chiesa vuol fare Politica.

IL FATTO :

voglio portare alla vostra attenzione l'intervento del
Card. Angelo Bagnasco (Presidente della Cei), il quale ha posto un
problema importante e assolutamente condivisibile. Una Chiesa che i
problemi "non li legge sui sondaggi ma li vive in prima persona"
rivendica il suo diritto ad occuparsi di politica", perché questa "sia
se stessa e serva il bene comune".

Questa tesi è al centro del discorso di apertura, tenuto appunto da
cardinale a Rimini, in occasione del 29/mo Meeting dell'Amicizia fra i
popoli promosso da Comunione e liberazione, il cui tema è 'O
protagonisti o nessuno'.

La Chiesa vuole e deve partecipare - scrive l'agenzia Ansa -, per dar
voce al suo popolo. Ed è questa una linea che il presidente della Cei
porta avanti dall'inizio dell'incarico, affidatogli un anno e mezzo
fa. "In tutto questo tempo non ho mai smesso di ricordare a tutti che
i problemi della gente la Chiesa non li legge sui sondaggi, ma li vive
in prima persona". Così quando i vescovi intervengono, non lo fanno da
esperti in politica ma "per dare voce alla loro gente" che
"tradirebbero restando in silenzio".

La voce della Chiesa in politica va quindi intesa - ha aggiunto nel
suo discorso, così come riportato sempre dall'Ansa - come la
promozione di "una antropologia completa, integrale", senza la quale
diventa di difficile soluzione qualunque problema anche economico e
sociale.


COMMENTO:

Fondamentalmente mi sembra un discorso piuttosto equilibrato e
corretto, è un chiaro invito alla partecipazione ed al Cristianesimo
radicale, ad un passo dalla teocrazia e dal fondamentalismo politico.

Inutile ricordare a voi tutti però che la chiesa parla a nome di TUTTI
gli italiani riconosciuti CATTOLICI, ovvero tutti gli italiani
BATEZZATI, ovvero tutti i bambini senza capacità di scelta che sono
stati coattamente battezzati, anche quelli che nell'età della ragione
hanno scelto un differente credo.

Il punto veramente critico è che se REALMENTE riconoscessimo ed
accettassimo una partecipazione della Chiesa nella vita pubblica e
politica, se realmente concedessimo alla sfera "religiosa" di occupare
una posizione politica, la stessa Chiesa dovrebbe accettare tutte le
"regole" che hanno luogo in un'arena politica.

Dovrebbe accettare il contraddittorio, dovrebbe accettare le più ampie
critiche senza puntare il dito dell'inquisizione contro gli
intellettuali distanti dalle posizioni Vaticane.

Dovrebbe essere difeso il diritto di criticare e contrastare, senza
essere linciati pubblicamente.

Sempre nel rispetto delle posizioni dei vescovi, diventa naturale che
l'informazione, quella del servizio pubblico Rai in primo luogo,
assuma un profilo più consono ad una democrazia politica, cosa che ora
non accade affatto. Su molti temi, si assiste ad una vera e propria
informazione a senso unico, senza diritto di replica e senza
possibilità di contraddittorio.

Insomma, a volte sembra che quando si fa satira sul Papa si venga
fatti passare come bestemmiatori irresponsabili.

La chiesa inoltre dovrebbe accettare la par condicio, quindi basta sermoni
la domenica in periodo elezioni, basta preti e vescovi al TG tutti i giorni,
e questo dovrebbe valere anche le le TV e le RADIO di proprietà dello
stato vaticano, oppure pensano di poter usufruire della loro posizione
di stato indipendente a fini politici?

Se la Chiesa pretende una partecipazione forte in politica DEVE porsi
al livello di tutti, con la stessa credibilità di tutti, non come il
detentore della Verità, della Provvidenza, della Sapienza, del
Mistero; quello, vale solo a casa loro.

Altro dubbio: la sanità italiana da anni porta avanti una campagna sulla
contraccezione, per evitare il contagio dell'AIDS, campagna che ha portato
i suoi buoni frutti perchè l'AIDS non è più una malattia così diffusa in
Italia, come si porrebbe la chiesa in questo caso? proverebbe ad affrontare la
probblematica da un punto di vista OBBIETTIVO, analizzando i pro ed i contro
che il Popolo Italiano (noi) potrebbe trarne, o si porrebbe al problema dalla solita
posizione rigida e antica, abolendo gli incentivi che vengono dati ai giovani per l'uso del preservativo? ovvio che questo è solo un esempio, sono infinitii campi in cui la Chiesa,
per ragioni di tradizione ed etica non è in linea con lo sviluppo italiano.

Ultimo dubbio (Dulcis in fundo), ma il Vaticano non è uno stato? come fa la rappresentanza
di uno stato straniero a fare politica in italia? se ammettiamo che la chiesa
entri in politica dovremmo fare lo stesso con la repubblica di san marino,
non credete? e dal momento che la repubblica italiana difende le inoranze,
non potrebbero chiedere di entrare in politica i leaders islamici, buddhisti,
protestanti, ortodossi o evangelici?

Dio ce ne salvi e liberi.

Nessun commento: