venerdì 18 dicembre 2009

Chiesa cattolica in crisi: La fine delle vocazioni

IL FATTO:


La crisi della vocazioni al sacerdozio devasta la chiesa cattolica in lungo e in largo, a tutte le latitudini. Il problema è serio, centrale per la vita stessa della chiesa ed è, soprattutto, in cima ai pensieri di papa Ratzinger. Il fatto è che la generale rivincita del sacro, l’emergere dalla religione nella vita pubblica di tante nazioni, nei paesi occidentali come in Oriente o nel Sud del mondo, non si traduce in un rigoglio vocazionale, di persone che dedicano la loro vita al sacerdozio o alla consacrazione. Tutt’altro: ne beneficiano invece movimenti carismatici, soprattutto di matrice protestante, nuove comunità religiose, gruppi new age ed esperienze a sfondo religioso meno istituzionalizzate della chiesa cattolica. Che si arrovella nel sua eterno combattimento interiore fra la necessitò di restare fedele a se stessa – immutabile nei suoi dogmi secolari – e l’urgenza di rispondere, adeguandosi, a un mondo in rapido sviluppo sociale, culturale, religioso.


Vocazioni in crisi in Alto Adige:

Per affrontare il sensibile calo di vocazioni in Alto Adige e l’aumento dell’età media dei parroci, il vescovo di Bolzano e Bressanone Karl Golser ha concentrato le chiese dell’area in 70 unità pastorali (sorta di “macro-parrocchie”, come chiarito dal prelato) guidate ognuna da un sacerdote. Il vescovo afferma: “Se diventa sempre più grave la mancanza di sacerdoti, tanto che certe strutture fondate sulla loro opera non possono essere più portate avanti, questo però non ci deva scoraggiare”. Golser ha inoltre disposto che alcune attività, come i corsi prematrimoniali e la pastorale giovanile, siano svolte direttamente presso i comuni, vista la carenza di sacerdoti.
Come esposto dallo stesso vescovo, in Alto Adige su 325 sacerdoti ormai ben 232 hanno più di 66 anni, solo 15 hanno meno di 36 anni e gli ultra settantacinquenni sono 109.


Vocazioni in crisi in Germania:

Mentre al convegno dei vescovi italiani Dio oggi i relatori parlano di un “ritorno al religioso”, evitando accuratamente di portare dati a sostegno di tale tesi (esattamente lo stesso atteggiamento del teologo dissenziente Vito Mancuso), alcune cifre emergono invece dalla Germania, patria di papa Benedetto XVI. Un editoriale di Daniel Deckers, pubblicato in prima pagina sul numero odierno della FAZ, evidenzia che nel 2008 ben 123.000 tedeschi hanno formalizzato la loro uscita dalla Chiesa cattolica, la cifra più alta dal 2003: contemporaneamente, per la prima volta le ordinazioni sacerdotali sono state meno di cento.



CONSIDERAZIONI PERSONALI:


Avvisaglie della fine, si fa sempre più palese agli occhi della gente la tendenza anacronistica dei concetti espressi dalla chiesa cattolica e dalla religione in generale.

D'altronde la chiesa e la Religione basano la loro essenza sulla conservazione e sulla tradizione, mentre la vita stessa sul nostro pianeta, qualsiasi forma di vita, basa la sua essenza sull'evoluzione.

Abbiamo, nel corso delle ere, perso la coda e le branchie.

Perderemo anche la religione prima o poi.

Fonti:
www.uaar.it
www.lettera22.it

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