L'invettiva de "L'osservatore Romano"
L’”Osservatore Romano” reagisce con forza alla sentenza del tribunale spagnolo che ha permesso la rimozione del crocefisso da una scuola pubblica, con un articolo dello scrittore Juan Manuel de Prada, il quale scrive: “che si giunga a considerare un crocefisso offensivo in Occidente si può solo interpretare come un sintomo allarmante di amnesia o necrosi culturale”. La sentenza addirittura sancirebbe “giuridicamente la rinuncia di una Europa disorientata, irrazionalmente in preda a un impulso di autodistruzione”. Con gesti come questo l’Europa rinuncerebbe “al lascito che rende nobili e che è riassunto in quella semplice croce”. A nessuna persona “in possesso delle proprie facoltà”, continua Prada, “sfugge che il segno della croce non viola nessun diritto fondamentale; tuttavia da qualche tempo l’invocazione di diritti e libertà si sta trasformando in Spagna in un pretesto giuridico che maschera un sentimento di odio religioso e di ‘cristofobia’, come in modo molto appropriato lo ha definito il cardinale Canizares, sentimento che d’autorità avrebbe l’obbligo di perseguire, invece di concedergli una copertura giuridica”.
L’odio contro la Chiesa si sarebbe “mascherato di giuridicità, sostituendo l’accanimento cruento di altre epoche non troppo lontane con un’apparenza più sibillina e asettica”. Il crocefisso, a detta dello scrittore, riassumerebbe “le più nobili vocazioni dell’uomo” e potrebbe offendere solo “quanti vogliono, e in questo consiste in realtà il laicismo, per quanto si nasconda dietro alibi giuridici, che lo Stato diventi un nuovo dio, con potere assoluto sulle anime”.
prime reazioni italiane
Cominciano ad emergere le prime reazioni del mondo politico italiano alla sentenza spagnola che ha rimosso il crocefisso da una scuola pubblica in nome della laicità dello stato. In particolare, dal centrodestra si levano voci di protesta.
Secondo Pier Ferdinando Casini “la laicità dello Stato è un principio troppo serio per essere ridicolizzato” come sarebbe avvenuto in Spagna con questa sentenza. Casini afferma che paesi come Italia e Spagna hanno un’identità cristiana e che “i sani principi della laicità” non si possono confondere “con un laicismo di stato” che non lascerebbe spazio “al bisogno innato di religiosità” e che potrebbe sradicare “dalla nostra vita Dio e la religione”.Il ministro per la Semplificazione normativa
Roberto Calderoli afferma perentorio che “il crocifisso non un solo un simbolo religioso, ma è il simbolo di quei valori su cui abbiamo costruito la nostra storia e la nostra civiltà”. Rinunciare ad essi saebbe segno di una crisi “molto più grave” di quella economica in corso, tanto da far sentenziare: “Le crisi economiche si superano solo partendo dai valori, diversamente ci sarà l’Apocalisse”.
Margherita Boniver (Pdl) “da laica” ritiene “pericoloso intepretare il multiculturalismo a suon di dinieghi, scuse e rimozioni di simboli che appartengono intimamente alla nostra visione del mondo”.
Secondo Piergiorgio Odifreddi “anche la Spagna, dopo tanti anni di franchismo” sta diventando “un paese civile”: sentenze come questa “sembrano anormali a noi che abbiamo una tradizione diversa”, seppure “mettere i crocifissi nei luoghi pubblici è un modo un po’ surrettizio di fare propaganda religiosa, come lo è d’altronde l’ora di religione”. Ricordando la sentenza di qualche anno fa che ammetteva la rimozione dei crocefissi dai luoghi pubblici in Italia (contestata proprio dalla “laica” Boniver), Odifreddi afferma: “Mi colpì la reazione del mondo politico: lo stesso presidente Ciampi disse che questa era una sentenza assurda, e che non andava seguita. Mi sembrò un comportamento abbastanza singolare per un Presidente della Repubblica, e che la dice lunga su quanto da noi il concetto di laicità sia piuttosto avveniristico”. Il matematico chiarisce che il problema non è la Chiesa, che “ritiene di avere un messaggio da dare, ed è giusto che usi tutti i mezzi possibili per diffonderlo”, ma della “classe politica”. “Neanche i partiti sedicenti laici portano avanti una politica laica”, continua Odifreddi rievocando la breve esperienza nel Pd, senza risparmiare critiche alla classe intellettuale, che non “fa ostruzione di fronte all’invadere della Chiesa”, anzi rivelandosi “più papista del papa” pur dichiarandosi “laica”. Altra questione toccata da Odifreddi è quella dei media, che amplificano “in maniera veramente esagerata” le affermazioni della Chiesa, mostrando una certa sudditanza e facendo propaganda gratuita.
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Segnaliamo sempre il sondaggio sul sito del “Corriere della Sera”
[Fonte: www.uaar.it]
CONSIDERAZIONI:
Ma sapete cosa? si commenta un po' da solo l'osservatore romano, la perdita di un crocifisso per loro è un sintomo di cose orrende e pericolose, per me invece, è il sintomo che la laicità sta prendendo piede, in favore di un'istruzione libera dalla chiesa e dalle dottrine che poco vanno daccordo con la necessità dei giovani di scoprire la verità.
per quanto riguarda i politici italiani invece beh, non so che impicci abbiano loro con il vaticano per dover difendere una crocetta di legno con tutto questo fervore; simbolo dei princii su cui abbiamo fondato il nostro stato dite? davvero abbiamo fondato lo stato italiano e l'europa sulla prevaricazione e sulle menzogne? GIUSTO!
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