di Franca Giansoldati
CITTA’ DEL VATICANO (25 giugno) - «Si divulgano accuse infamanti e senza fondamento». E’ verso le due del pomeriggio, poco prima della chiusura della sala stampa d’Oltretevere, che arriva la dichiarazione di padre Federico Lombardi. I vertici del Vaticano, dopo una mattinata trascorsa a calibrare le parole, hanno deciso di reagire con durezza: le ricostruzioni apparse sulla stampa a proposito del ruolo che ebbe Paul Marcinkus non possono passare sotto silenzio. Inaccettabili. Il cardinale Bertone non ci sta a vedere infangato il nome del vescovo americano scomparso un anno fa, indicato dalla super testimone Sabrina Minardi come colui che commissionò il rapimento di Manuela Orlandi. «Sua Eccellenza Marcinkus è morto da tempo e impossibilitato a difendersi». Ciò che non piace è che con la divulgazione di «informazioni riservate e non sottoposte a verifica alcuna, provenienti da una testimonianza di valore estremamente dubbio», si colpisce nuovamente la famiglia Orlandi, provata da 25 anni di dolore: «Non si dimostra rispetto e umanità nei confronti di persone che hanno già tanto sofferto». Padre Lombardi precisa però che non si vuole interferire con l’attività e «i compiti della magistratura» nella doverosa verifica dei fatti, tuttavia «non si può non esprimere vivo rammarico e biasimo per modi di informazione più debitori al sensazionalismo che non alle esigenze della serietà e dell’etica professionale».
L’accusa è rivolta ai mass media che hanno enfatizzato le ultime rivelazioni, o presunte tali, sul caso Orlandi, uno dei misteri italiani dai contorni ancora tutti da chiarire. La deposizione ai magistrati dell’amante del boss della Magliana, ha inevitabilmente riportato sotto i riflettori uno dei prelati più potenti degli anni Ottanta, deus ex machina della finanze vaticane: Marcinkus, il cui nome è legato al crack dell’Ambrosiano per il ruolo che ebbe nella vicenda. Pesantemente coinvolto nello scandalo finanziario, aveva rapporti con Calvi e con Sindona, tuttavia il Banchiere di Dio, come veniva chiamato, non ha mai risposto all’accusa di avere svuotato le casse dello Ior. Soldi che sarebbero serviti per aiutare le chiese dell’Est, soprattutto per finanziare il sindacato polacco Solidanosc. Forse è anche per questa ragione che a lui non venne mai meno la protezione di Giovanni Paolo II. Con l’assassinio di Calvi ed il crack emerse subito che gran parte dei 1.800 miliardi di lire sottratti alla banca erano transitati dallo Ior. Inspiegabili intrecci. Persino l’allora ministro dell’economia Andreatta, in un intervento parlamentare, chiese al Vaticano di riconoscere le proprie responsabilità e di correre ai ripari. Il cardinale Casaroli, segretario di Stato dell’epoca, versò 406 milioni di dollari a titolo di «contributo volontario», contro il parere dello stesso Marcinkus che si opponeva.
Caloia, attuale presidente della banca vaticana, in un recente libro, Marcinkus lo descrive così: «Un facilone, pressapochista e mal consigliato». Negli anni Novanta Wojtyla dopo avere fatto riscrivere lo statuto della banca d’Oltretevere, chiese a Marcinkus di ritirarsi a vita privata negli Usa anche per sottrarlo alla magistratura italiana che ne chiedeva l’arresto. Prima abitò in una parrocchia vicino a Chicago e poi in Arizona. Appassionato di golf e grande fumatore di sigari, non rilasciò mai una intervista. Solo una volta all’Observer si lasciò sfuggire una frase: «Non si governa la Chiesa solo con le Ave Maria». Americano di nascita ma lituano di origine, è scomparso all’età di 84 anni l’anno scorso a Sun Sity, un sobborgo vicino a Phoenix portandosi con sè tanti segreti. Da anni viveva da semplice parroco pensionato. I suoi parrocchiani lo hanno ricordato con affetto e anche in Vaticano un suo amico dietro anonimato fa sapere: «L’ultima volta che l’ho visto negli Usa mi ha colpito la sua serenità, l’umiltà e la preghiera».
Paul Marcinkus
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Paul Casimir Marcinkus (Cicero, Illinois, 15 gennaio 1922 – Sun City, Arizona, 20 febbraio 2006) è stato un arcivescovo cattolico statunitense.
Biografia
Nato da una famiglia di emigrati lituani, fu ordinato sacerdote nell'arcidiocesi di Chicago il 3 maggio 1947.
Negli anni '50, dopo il trasferimento a Roma, studiò teologia ed ebbe la prestigiosa possibilità di lavorare nella sezione inglese della Segreteria di Stato. Così ebbe l'occasione di incontrare e lavorare col vescovo Giovanni Battista Montini che, nel 1963 divenne papa Paolo VI. Il 6 gennaio 1969, fu ordinato arcivescovo titolare di Horta e Segretario della Curia romana. Negli anni settanta papa Paolo VI lo incaricò di organizzare i propri viaggi. Nel 1970 nel corso del viaggio a Manila, nelle Filippine, sventò un attentato al Papa deviando il pugnale con cui un pittore aveva tentato di colpirlo.
Il 26 settembre 1981 monsignor Marcinkus fu nominato pro-presidente della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, posizione da cui si dimise il 30 ottobre 1990. In ogni caso, Marcinkus non fu mai nominato cardinale.
Strinse amicizia con l'uomo d'affari americano David Matthew Kennedy, allora presidente della Continental Illinois National Bank di Chicago, poi nominato nel 1969 ministro del Tesoro nell'amministrazione Nixon. Fu proprio il banchiere-ministro a mettere Marcinkus in contatto con Michele Sindona, il quale a sua volta lo introdusse al presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi.
Monsignor Marcinkus diventò presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR), la banca del Vaticano, dal 1971 al 1989. In [1] e [2] si parla di una banca senza sportelli dal grande potere finanziario, ramificata anche nel settore privato. In particolare, di rilievo risultano i rapporti con il Banco Ambrosiano, al cui Consiglio di Amministrazione Marcinkus partecipò ben 23 volte.
Papa Giovanni Paolo II tenne Marcinkus in Vaticano per sette anni prima di congedarlo, a seguito dello scandalo della Banco Ambrosiano, destinandolo alla sua Arcidiocesi di Chicago.
Dal 1997 ha vissuto a Sun City, in Arizona, dove ricopriva l'umile carica di quarto parroco della chiesetta di San Clemente. L'unica passione legata al suo vecchio stile di vita era il golf, ma fu costretto a diradare le sue uscite sul green a causa di un intervento alle anche.
Marcinkus è morto il 20 febbraio 2006 a Sun City.
Il crack del Banco Ambrosiano ed il "caso IOR"
All'inizio degli anni ottanta, il nome di Marcinkus fu collegato a scandali finanziari riportati in prima pagina sulla stampa di tutto il mondo.
In particolare, fu accertato che lo IOR a quel tempo diretto da Marcinkus, aveva avuto un ruolo primario nel crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, in un complicato "risiko bancario" che aveva come ulteriori protagonisti personaggi discussi come Michele Sindona o il "venerabile maestro" della loggia massonica P2, Licio Gelli.
Nel 1987 venne indagato, e venne emesso un mandato di cattura, dalla magistratura italiana in rapporto al crack dell'Ambrosiano, ma dopo pochi mesi la Corte di Cassazione annullò il mandato in base alle regole stabilite con i Patti lateranensi (Marcinkus era in possesso di un passaporto diplomatico vaticano).
L'opinione del Vaticano, accreditata da recenti esternazioni di Giulio Andreotti e dall'opinione di Angelo Caloia, [3] è che si agì con leggerezza nel delegare incarichi così delicati a una persona che si rivelò alla fine inadeguata e inesperta. Per David Yallop [4], però, Paul Marcinkus era tutt'altro che un incapace. Semmai, attraverso la conoscenza di Roberto Calvi, Michele Sindona e Licio Gelli, portò il livello economico del Vaticano a vette mai raggiunte prima, influenzando direttamente o indirettamente svariati governi.
I fatti dell'Ambrosiano tuttavia rimangono ancora tutti da chiarire e costituiscono una zona oscura della recente storia italiana. In particolare, tanto Calvi quanto Sindona furono trovati morti in circostanze misteriose. Il primo, fuggito a Londra, fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il Ponte dei Frati Neri sul Tamigi, il secondo in carcere per l'omicidio di Giorgio Ambrosoli, fu avvelenato da un caffè cianuro il 20 marzo 1986 e morì due giorni dopo.
Scandali e questioni irrisolte
« Sono stato accusato di aver assassinato il Papa e di essere coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano, entrambe le cose sono completamente infondate. Dico a me stesso che questo potrebbe essere il modo con il quale Dio si assicura che ho messo il dito nella porta del Paradiso. Perché se io l'ho fatto Egli non può più sbatterla »
(difesa di Paul Marcinkus)
Coinvolgimento nella morte di Papa Giovanni Paolo I
Oltre a questi scandali, alcuni saggisti [5] arrivarono ad ipotizzare che il monsignore fosse coinvolto, insieme al cardinale Villot, all'epoca Segretario di stato, nella morte di papa Giovanni Paolo I, il cui pontificato durò solo 33 giorni e col quale esisteva una forte ostilità.
Queste ipotesi non hanno avuto seguito.
Scomparsa di Emanuela Orlandi
Altra vicenda poco chiara in qualche modo collegata alla figura di Marcinkus fu la scomparsa di Emanuela Orlandi. Per le telefonate di un uomo, che fu soprannominato l'Amerikano per la sua inflessione, nelle quali si proponeva lo scambio della stessa in cambio della libertà del terrorista Mehmet Ali Ağca, alcuni giornali dell'epoca additarono Paul Marcinkus. Questa ipotesi non ha avuto riscontri oggettivi.
Nel giugno 2008 uno dei supertestimoni del processo contro la banda della Magliana, Sabrina Minardi, ex compagna del boss Enrico De Pedis detto Renatino, ha rilasciato agli inquirenti dichiarazioni secondo cui Emanuela Orlandi sarebbe stata rapita dall'organizzazione criminale di De Pedis, tenuta in un'abitazione vicino a piazza San Giovanni di Dio, che aveva "un sotterraneo immenso che arrivava quasi fino all'ospedale San Camillo", poi uccisa e gettata in una betoniera a Torvaianica[6]. Il rapimento sarebbe stato richiesto, secondo una confidenza fatta da De Pedis alla stessa Minardi, proprio da Mons. Marcinkus, allo scopo di "dare un messaggio a qualcuno", "come se avessero voluto dare un messaggio a qualcuno sopra di loro"[6]. E' la stessa Minardi ad ammettere di aver accompagnato in auto la ragazza dal bar del Gianicolo fino al benzinaio del Vaticano, dove ad attenderla stava un sacerdote a bordo di una Mercedes targata Città del Vaticano.
La Minardi ha altresì aggiunto di aver personalmente accompagnato ragazze compiacenti ad incontri privati col monsignore in via Porta Angelica.
Affiora anche il personaggio di Giulio Andreotti, presso il quale la testimone racconta di essere andata a cena due volte, assieme al compagno, a quel tempo già ricercato dalla polizia. La donna specifica però che Andreotti "non c'entra direttamente con Emanuela Orlandi, ma con monsignor Marcinkus sì"[6].
Le varie dichiarazioni attendono riscontri poichè la Minardi non è attualmente considerata pienamente attendibile dagli inquirenti per idubbie incongruenze temporali del verbale, sebbene sue dichiarazioni circostanziate siano valutate come meritevoli di approfondimenti.[6]
Curiosità
* La seguente citazione è attribuita a Monsignor Marcinkus:
« Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria »
* Agli scandali che riguardano Marcinkus è liberamente ispirato il film Il Padrino: Parte III di Francis Ford Coppola, dove la storia della famiglia mafiosa Corleone si intreccia con le vicende vaticane nella persona dell' Arcivescovo Gilday.
* Il film I banchieri di Dio del 2002 di Giuseppe Ferrara dedicato allo scandalo IOR, è tuttora sospeso dalla distribuzione per ordine della magistratura in quanto i fatti riportati dalla pellicola sono ancora oggetto di indagine. La pellicola è stata però trasmessa in diverse occasioni dall'emittente satellitare italiana Sky. Il personaggio di Marcinkus è interpretato da Rutger Hauer; la figura che ne esce è quella di un cinico finanziere più che di un ministro della Chiesa.
Note
1. ^ Maquis Dossier n. 3, Maggio 1986, p. 82
2. ^ "Rete di banche, rete di spie: sono questi i due nodi originari del sistema di dominio occidentale del dopoguerra" - commenta Mario Coglitore su Umanità Nova n. 6 del 20 febbraio 2000.
3. ^ Finanza Bianca, Giancarlo Galli, Mondadori, 2004
4. ^ David Yallop, "In nome di Dio", Tullio Pironti Editore, 1992
5. ^ ad es. Matillò R.D., L'avventura delle finanze Vaticane, Ed.Pironti, Napoli, 1988
6. ^ a b c d Caso Orlandi, parla la superteste "Rapita per ordine di Marcinkus" da la Repubblica del 24 giugno 2008.
mercoledì 2 luglio 2008
La Santa Sede difende Marcinkus
Colorato Di Nero Alle 08:55
Tag: Banca Vaticana, Banco Ambrosiano, Fondi Vaticani, Ior, Marcinkus, Potere, Scandalo
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