giovedì 4 dicembre 2008

UE contro la criminalizzazione dell'Omosessualità

I FATTI:

La proposta, è stata avanzata in occasione del 60esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, specificando che la presidenza UE francese, tutt'ora in carica, ha due priorità: i diritti delle donne, nello specifico fermare la violenza contro di esse, e combattere la discriminazione nei confronti degli omosessuali. “Novanta paesi nel Mondo criminalizzano l'omosessualità, e nove di questi impongono la pena di morte”, disse in quell'occasione Rama Yade. A proposito, anche il Ministro alle Pari Opportunità Mara Carfagna si espresse favorevole: “Sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell'omosessualità”.
Ora la parola alle istituzioni, soprattutto quelle italiane che, si auspica, vogliano portare avanti la proposta UE in quanto paese aderente e soprattutto per le parole favorevoli e le promesse sollecitazioni del nostro Ministro Mara Carfagna.


(01/12/2008)
La Santa Sede boccia la proposta per depenalizzare il reato di omosessualita` a livello mondiale. `Creerebbe ulteriori discriminazioni`. La dura condanna di Arcigay `Studiata e cinica bugia`. Intanto Magdi Cristiano Allam tenta di portare il Vaticano nel Parlamento Europeo.


PARIGI - Non vogliamo creare nuove regole, ma l' omosessualità non può essere considerata un crimine come avviene in molti paesi: la Francia e la presidenza dell' Unione europea hanno reagito così alle proteste del Vaticano contro il progetto di dichiarazione che sarà presentato all' assemblea generale delle Nazioni Unite. Con cortesia, ma con grande fermezza, i diplomatici hanno respinto le obiezioni vaticane, ritenendole senza fondamento. Dichiarazioni che si sono aggiunte a quelle di molte associazioni, come la sezione italiana di Amnesty International, che hanno severamente criticato la presa di posizione della Santa Sede. La stampa transalpina non ha dato spazio alla polemica, mentre al quai d' Orsay non sono sfuggite le parole di monsignor Migliore e di padre Lombardi. E in quanto prima firmataria della dichiarazione, la Francia ha reagito per bocca di Eric Chevallier, il portavoce del ministero degli Esteri: «L' idea non è di creare una nuova regola giuridica, ma di creare, a partire dai testi esistenti, una dinamica in favore della depenalizzazione. Ci sembra una scelta che rispetta la giurisprudenza attuale e che ci sembra giusta sul piano etico e umano». Chevallier ha ricordato che circa novanta paesi hanno una legislazione che reprime l' omosessualità e una decina che la puniscono con la pena di morte. Il portavoce del quai d' Orsay ha precisato che questa «dichiarazione sull' orientamento sessuale e l' identità di genere», annunciata in primavera, è sostenuta da altri paesi «co-autori»: Argentina, Brasile, Gabon, Giappone, Norvegia, Croazia, Ucraina, Nuova Zelanda, Olanda. Sulla stessa linea, naturalmente, la presidenza francese dell' Unione europea. A Bruxelles, un portavoce ha sottolineato che l' omosessualità «non può essere considerata un crimine e tanto meno può essere punita con la prigione o la pena di morte». E' quindi necessario, ha aggiunto, procedere alla sua depenalizzazione. La dichiarazione, tuttavia, «non ha un carattere giuridicamente vincolante ed è stata sottoscritta, oltre che dai Ventisette, anche da molti altri paesi di tutti i continenti all' insegna della non discriminazione». Il mondo associativo, dal canto suo, continua a commentare molto negativamente la posizione assunta dal Vaticano sulla depenalizzazione. Ieri è stata la volta della sezione italiana di Amnesty, secondo cui la questione «chiama in causa i diritti umani. Tanto è importante la piena libertà politica, religiosa, quanto lo è affermare il proprio orientamento sessuale senza rischiare arresti, torture, pena di morte, forme gravi di discriminazione». Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha aggiunto che gli omosessuali, al di là delle leggi, restano una delle minoranze più colpite da «atteggiamenti diffusi di stigmatizzazione e di discriminazione».

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Che dire, sarebbero i primi ad usufruirne... :P heheheheh scherzi a parte, diamo per certo che TUTTI i preti cristiani sono osservanti del celibato, e che hanno TUTTI inclinazioni sessuali etero, la proposta non è quella di incentivare l'omosessualità, ma quella di impedire la persecuzione legale di una persona in quanto omosessuale.

allora a questo punto ho due considerazioni:

- la prima è il libero arbitrio, ogni uomo può decidere cosa fare della sua vita, può decidere se peccare o no, e quindi può decidere come vivere la sua sessualità, SOLO DIO può, una volta trapassato il povero peccatore, giudicarlo. La chiesa quindi dovrebbe essere a favore della proposta, in quanto rende reale quello che DIO stesso ha ordinato, ovvero che gli uomini possano scegliere, e non siano costretti mai a seguire una strada che non è quella che sentono.

- la secondo considerazione che ho è la seguente: le basi ed i fondamenti del cristianesimo affondano le radici nelle persecuzioni che hanno subito agli inizi della loro storia; quando essere cristiani era un reato punibile con la reclusione o la morte, non scordiamoci, passando di fronte al colosseo, le torture e la morte che i cristiani hanno dovuto soffrire, non dimentichiamoci che un tempo venivano dati in pasto alle bestie di fronte alla folla, per gioco. Ed è proprio questo retaggio che la chiesa ha perso? tanto da voler bloccar euna proposta che disincentiva la persecuzione degli omosessuali in quanto tali?

Non siete voi che vi stringevate in luoghi oscuri nascondendovi per adorare il vostro Dio? perseguitati, impauriti, timorosi di essere sorpresi a fare ciò che per la legge non andava fatto? così rinnegate ciò che eravate? così dimenticate ciò che vi ha resi uniti? ciò che vi ha resi Fratelli e sorelle?

Chi siete dunque?

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